Il mercato dell’auto in Italia chiuderà il 2011 con una flessione del 7,7% a 1.810.000 unità, prevede l’Unrae, l’associazione dei costruttori stranieri operanti nel nostro paese. L’associazione con il suo centro studi inaugura un Osservatorio permanente per fornire numeri e previsioni ogni trimestre, intrecciando dati economici e quelli propri del settore automobilistico.  Sulla base di queste analisi, la notizia principale è che le famiglie non comprano più, o comprano meno. Nel primo trimestre, secondo l’Osservatorio, a fronte di una caduta delle vendite del 23,1%, gli acquisti da parte di privati sono scese del 33,5%; a fine anno, il dato delle famiglie si attesterà (al ribasso) a circa due terzi, mentre saliranno le vendite a società e noleggi che vedranno qualche segnale positivo. Ripresa o ripresina che invece le famiglie non vedono, a causa dell’inflazione in crescita e dell’alto tasso di disoccupazione, drammatica fra i giovani.  “Se ripresa sarà, è rinviata al 2012”, dice Paolo Zaccardi, neodirettore generale di RAE, la società di servizi dell’Unrae. All’ombra di un prezzo del greggio in salita, dell’incertezza politica in Nordafrica e nell’area mediorientale, del disastro giapponese, dell’instabilità della zona euro per le crisi di Irlanda, Grecia e Portogallo.  Insomma, l’auto può attendere, lussi esclusi: secondo l’Osservatorio, se nel 2011 la quota di mercato del segmento A rimarrà stabile al 17%  e quella del B scenderà al 37,5%, cresceranno quella dei fuoristrada e quella dei modelli medi e lusso, intorno al 10%.  Altro segno, se ce ne fosse stato bisogno, dell’asimettria della crisi in atto.

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