Ma davvero il nuovo Maggiolino della Volkswagen è più fedele del modello precedente all’originale del 1936 di Ferdinand Porsche? Sì, dice Walter de Silva, capo designer di tutto il gruppo Volkswagen.  E d’accordo con Luca De Meo, altro italiano alla corte di Wolfsburg, capo del marketing dell’intero gruppo, il Maggiolino 2011 si chiama Beetle e basta.  Ma a guardarlo bene in queste prime foto,  qualche dubbio s’avanza. De Silva ha rimesso mano alle proporzioni, e anteriormente ci siamo: la faccia moderna del Beetle è più vicina all’originale di quanto lo fosse il New Beetle di JMays, studiato al centro stile Vw californiano e commercializzato nel 1998. In particolare, il cofano è ora più lungo, il parabrezza è arretrato e di conseguenza la plancia profonda da monovolume vista sul New sparisce. All’interno, via anche il vaso da fiori, omaggio a quella cultura sessantottina che oggi si tende a rimuovere come fosse il peccato originale. Al suo posto o quasi – simbolicamente è un segno dei tempi – c’è ora il navigatore satellitare, tutta un’altra bussola. Ma è nella parte posteriore che l’operazione di de Silva non convince: il tetto allungato e meno spiovente permette di avere un bagagliaio vero rispetto a quello troppo piccolo del New (sull’originale lì c’era il motore!) e di non far toccare la testa sul padiglione a chi siede dietro. Funzionale, solo che il risultato stilistico non ricorda per nulla il lato B del vecchio Maggiolino. Operazione invece riuscita meglio a JMays, esteticamente parlando. E, se vogliamo dirla tutta, anche sostanzialmente: il New nasceva con gli stessi difetti della sua antenata disegnata nel 1936, cioè scomoda dietro.

Il Beetle sarà in vendita a novembre in Italia, armato di cinque motori turbo diesel e benzina e compreso di tutto quel che una Volkswagen moderna sa offrire in termini di qualità. Sicuro che questa volta il Beetle sarà acquistabile da subito anche dai dipendenti con lo sconto. Alla fine degli anni ’90, per il New l’azienda disse loro di no, pensando di essere sommersi dalle richieste: e quando la cosa non avvenne (accolto tiepidamente dal mercato, il New è andato bene solo in Nordamerica), i dipendenti non lo vollero più per il rischio che non fosse facilmente rivendibile. Come andrà questa volta? Difficile ripetere il successo di auto del passato che tornano, come Mini e Fiat 500. A De Meo e de Silva passo sottobanco una body copy, titolo lungo seguita da ben 6.000 battute di testo: “Why are Volkswagen cars bought much faster than they can be produced?” (Perché si comprano Volkswagen più velocemente di quanto non possano essere fabbricate?). Firmato Bill Bernbach, il geniale pubblicitario che negli anni ’60 impose il Maggiolino sul mercato nordamericano e da qui al mondo.

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