La nuova Lancia Ypsilon è stata disegnata da Marco Tencone del centro stile interno. Rispetto alla versione precedente, ha tre centimetri di lunghezza e due porte in più, un posteriore più intrigante e un tono da coupé compatta, grazie alle due maniglie delle porte dietro incassate, soluzione vista per la prima volta per un’auto di grande serie sulla Alfa Romeo 156 e ora tornata in auge, dalla Ypsilon alla nuova Citroen DS4. Nel segmento B, l’auto ha la forza di saper distinguersi, meno funzionale negli interni di una Toyota Yaris ma perfettamente posizionata per non pestare i piedi agli altri modelli del gruppo, con i suoi 384 centimetri a metà strada fra le più piccole Fiat 500 e Panda  e le più grandi Punto e Alfa Romeo Mito. Prezzi e motori qui. Tornando allo stile, la novità è davanti, che, come diceva uno che ha fatto la storia del design americano, Harley Earl di Gm, “è la parte più importante del design di un’automobile, la sua faccia”.  La Ypsilon ha una griglia con barre orizzontali e non più verticali, come su tutte le Chrysler con cui il marchio italiano ha intrecciato i suoi destini. E infatti orizzontali saranno anche sulle prossime Lancia Voyager e Lancia Thema, due modelli americani rimarchiati per l’Europa.  Ma qui Tencone ha studiato per parare la domanda: anche alcune Lancia degli anni ’50 e ’60 come Flavia e Flaminia avevano la griglia a barre orizzontali. “Nella storia si trova sempre di tutto”, mi dice un dirigente del gruppo, come dire, beccati questa. Anche nella storia orizzontale del design Chrysler – una storia molto nobile grazie a Virgil Exner – c’è in effetti di tutto: andatevi a guardare la C 200 Convertible del 1952 e la C300 del 1955 (capostipite della prossima  Thema) e noterete una griglia divisa in due, ognuna con sei aperture simmetriche ad alveare.  Bravo Tencone, e storia per storia, è altrettanto vero che i lancisti non esistono quasi più.

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