Maurizio Landini, Michele Santoro, Roberto Benigni, Arthur Rimbaud, il diritto al lavoro e l’idea di amarlo. Da Villa Angeletti a Bologna questa notte arrivano parole che sanno ancora di miele dopo il risultato referendario. La Fiom festeggia i suoi primi 110 anni “diventando”, come conferma questa immensa piazza reale e virtuale via web, “un punto di riferimento anche fuori da fabbriche e uffici, cercando nuove strade per la rappresentanza”. A scriverlo è Gabriele Polo nel suo libro “Ritorno di Fiom” (editore manifestolibri), uscito alla vigilia di Villa Angeletti. Quando la piazza sarà vuota e le luci si spegneranno, prendetelo per capire meglio la storia di una trasformazione e la sfida democratica del principale sindacato dei metalmeccanici italiani. Per capire dove va a parare, nel momento di massima pressione da parte della Fiat di Sergio Marchionne,  attraverso la lettura data dai suoi ultimi tre segretari generali: Claudio Sabattini, intervistato nel 2003 un anno dopo la sua prematura scomparsa, Gianni Rinaldini e l’attuale Maurizio Landini. A leggerlo, Benigni direbbe che la vita è bella.

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