Si chiama Sandy Pope, ha 54 anni, e corre per diventare la prima donna presidente dei Teamsters, il potente sindacato dei camionisti statunitensi. 1.700 delegati riuniti a Las Vegas stanno votando a nome del 1,3 milioni di iscritti di quel che è stato la prima union d’America, nata 108 anni fa e resa celebra sugli schermi tv e poi al cinema dal suo presidente più rappresentativo e rappresentato, James “Jimmy” Hoffa. A Hoffa, morto in circostanze misteriose nel 1975 e accusato di avere avuto rapporti con la mafia,  ha prestato il volto Jack Nicholson nel 1992. Il suo unico figlio, James junior, corre oggi contro Sandy Pope per essere rieletto. Fra i Teamsters, le donne sono in rapporto agli uomini da meno di 1 a 6. Se Sandy ce la facesse contro l’apparato controllato da James, si troverà a guidare il principe dei sindacati in un momento molto critico: negli Usa gli iscritti totali sono 14,7 milioni, il livello più basso dal 1983. La crisi dell’industria dell’auto di Detroit, con la bancarotta di Gm e di Chrysler nel 2009, ha ridotto ulteriormente gli spazi di manovra dei sindacati, costringendo Uaw a firmare accordi in cui i metalmeccanici hanno rinunciato a soldi e diritti. Più in generale, la grande depressione iniziata nel 2008 ha tagliato le gambe ai lavoratori e spinto le multinazionali a investire negli stati del sud, dove i sindacati ufficiali sono ancora più deboli o spesso assenti. Sandy Pope alla guida dei Teamsters sarebbe un bel segnale diverso.

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