Il Giappone non è mai veramente uscito dalla crisi degli anni ’90. Lo tsunami e l’emergenza nucleare della primavera scorsa hanno fatti altri danni di lunga durata, e non solo sul terreno. Al recente Salone di Francoforte non è un caso che i costruttori giap non abbiano portato come al solito prototipi fantascientifici, ma abbiano privilegiato il mercato immediato. Con un’operazione, però, segno di questa più vasta crisi: hanno normalizzato modelli che non sono mai stati normali. Parlo di tre macchine in qualche modo mitiche, se non altro per i livelli di produzione e di tendenza che hanno fin qui rappresentato: la Toyota Yaris e la Honda Civic, seguendo una strada già intrapresa (ma in modo più discutibilmente radicale) dalla Nissan con la sua nuova Micra. La Yaris di oggi ha una linea da piccola Auris, guadagna certo in comodità interna, ma perde stilisticamente l’originalità delle due serie precedenti. E’ anche figlia del risparmio: se il cruscotto centrale lascia il posto a uno tradizionale davanti al pilota (luce arancione!, ricordate le scenografiche indicazioni digitali della prima?), sparisce anche il divanetto posteriore scorrevole, che la rendeva unica nel suo genere. La Honda Civic, l’eterna, è stata rifatta da capo a piedi, ma è sembrata subito meno originale della forse troppo originale che l’ha preceduta, evidentemente c’è da recuperare mercato. Ma è nulla al confronto di quel che è capitato all’ultima Nissan Micra. Nel 1992, in Europa questo modello sbancò come piccola chic – idea che un po’ tutti poi hanno copiato – ma ora viene fatta in India in modo più economico, e si vede. Ne vogliamo discutere?
Micra, Yaris e Civic: perché normalizzarle?
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