Per i top manager dell’auto, i Saloni sono sempre un’occasione per fare due chiacchiere senza nascondersi. E buttare ami. A Detroit, Sergio Marchionne ha detto di essere andato a cena con l’ad di Psa Philippe Varin e subito è nata la voce di un possibile accordo tra Fiat-Chrysler e i francesi Peugeot-Citroen, circostanza da lui smentita. Saltando i pasti, in pieno Salone il manager italiano ha invece riaperto la ferita della Opel, facendo sapere pubblicamente alla General Motors di aver lasciato la porta aperta per una eventuale acquisizione del costruttore tedesco. In entrambi i casi, queste chiacchiere poggiano su un fondo di verità: in una Europa in piena crisi, ci sono oggi troppi costruttori di automobili, un consolidamento ci starebbe bene e Fiat-Chrysler ne avrebbe bisogno più che mai, per avere migliori economie di scala e provare a raggiungere l’obiettivo di 5,7 milioni (erano 6 fino a poco tempo fa) di vendite di gruppo entro il 2014. Obiettivo cui oggi, a bocce ferme,  non crede nessuno, a cominciare probabilmente dallo stesso Marchionne che oggi auspica un terzo partner per diventare una “nuova Volkswagen”.

Chi sarà? Il candidato ideale (e infatti non se ne parla al Salone) resta per me Suzuki, come ho qui spiegato due mesi fa.  Psa non sarebbe un grande affare: oggi è il gruppo europeo più in difficoltà (peggio di Fiat, riequilibrata da Chrysler), con un 2011 in rosso invece dell’utile operativo prematuramente annunciato di oltre 600 milioni di euro. Varin ha deciso di tagliare 6.000 posti di lavoro, provare a risparmiare 800 milioni, ma il suo gruppo ha la stessa debolezza di Marchionne, l’eccessiva dipendenza dall’Europa (Fiat, Peugeot, Citroen). Infine, un accordo non suona perché la famiglia Peugeot, saldamente al controllo del gruppo, non è intenzionata a cedere il volante a nessuno. Non solo dal punto di vista azionario: non è un caso che l’ultima promozione manageriale sia toccata a un Peugeot, a Xavier, fratello di Thierry presidente Psa, appena salito a direttore del marchio Peugeot. E Opel?  Marchionne la sogna, perché il costruttore tedesco continua a perdere soldi e la Gm se ne lamenta in pubblico un giorno sì e un altro pure. La Gm ama di più la Chevrolet, che ha fatto boom negli Usa e cresce bene ovunque, Europa compresa. Ma calcolatrice alla mano, per la Gm liberarsi della Opel non sarebbe ancora un buon affare. E meno che mai darla a un concorrente diretto.

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