Il governo coreano sta per mettere sotto inchiesta alcuni costruttori stranieri per aver abbassato illegalmente i prezzi delle loro auto vendute nel paese. Qui a Seoul la Fair Trade Commission (Ftc) ha così risposto a Sergio Marchionne che, in qualità di presidente dell’Acea (l’associazione dei costruttori europei di veicoli), aveva chiesto il 7 giugno scorso di rivedere l’accordo di libero commercio Corea-Ue entrato in vigore nel luglio 2011. Marchionne aveva sottolineato un sospetto disavanzo tra i numeri dell’export coreano in Europa, pericolosamente alti in un periodo di crisi per i costruttori locali, a fronte di un import di auto europee in Corea eccezionalmente basso. Ora la Fair Trade Commission coreana fa sapere che, dopo aver monitorato i prezzi delle auto dei primi quattro marchi stranieri – nell’ordine Bmw, Mercedes, Audi e Volkswagen – potrebbe aprire un’inchiesta per violazione dell’accordo. Questi costruttori, secondo Ftc, avrebbero abbassato i prezzi dell’1,4% nel luglio scorso mentre il governo coreano ha ridotto le tariffe sui propri prodotti del 2,4%. Con un altro taglio del 2,4% previsto per il prossimo luglio. Stando al monitoraggio, Ftc accusa per esempio la Bmw di vendere la diffusa 520d a 63,5 milioni di won (55.200 dollari), benché la riduzione delle tariffe avrebbe dovuto portare il prezzo giù di altri 620.000 won. I costruttori europei hanno affidato a una nota la loro risposta, sostenendo che non si può chiedere di tagliare i prezzi allo stesso livello delle tariffe, perché il marketing è un’altra cosa e perché i coreani sembrano giocare sulla tassazione con qualche disinvoltura. “Abbiamo incassato la riduzione del 2,4% nelle tariffe di importazione – si legge nella nota – ma anche l’aumento delle tasse locali e altri extra costi per il trasporto e altre attività di vendita. Considerando tutto questo, la nostra politica di vendita di abbassare i prezzi dell’1,4% dovrebbe essere giustificabile”. Hyoung-Keun Lee, ceo di Kia Motors, in un incontro di lavoro qui nella capitale sudcoreana, mi ha detto che i marchi stranieri (che poi sono i quattro tedeschi più i giapponesi e qualche supercar europea) detengono oggi il 12% del mercato sudcoreano, contro il 75% di Hyundai-Kia. Visti da Seoul e dal parco macchine circolante, i sospetti di Marchionne non sono campati per aria.
Seoul indaga Bmw, Mercedes Audi e Vw
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