Settembre non è stato mese di ripensamenti, come cantava Francesco Guccini. Per il mercato dell’auto in Europa (i 27 paesi Ue più quelli Efta) è stata la stessa cattiva musica: vendite in calo a doppia cifra, -11%, che porta a un -7,2% nei primi nove mesi dell’anno.

 Il mercato italiano ha dato la picconata, con un -25,7% ma anche in Germania le cose non vanno bene per il settore, con un – 10,9% di vendite. In questo quadro negativo, il gruppo Fiat continua a perdere troppi colpi: in settembre -18,5%, quota a 5,9% rispetto al 6,5% del 2011, sui nove mesi la quota è scesa  al 6,4% dal 7,2% di un anno fa. In una nota, il Lingotto attribuisce la maggior parte dei suoi guai europei al crollo del mercato interno.

Fiat fa peggio di altri costruttori cosiddetti generalisti, ma la situazione è difficile per molti, tanto che Psa ha deciso di tagliare la produzione del suo ultimo modello di segmento B appena lanciato, la Peugeot 208, e voci ricorrenti danno per imminente un taglio della produzione 2012 anche nel gruppo Volkswagen. In settembre, il gruppo Renault ha perso il 29,5% ( il mercato francese di riferimento è crollato del 17,9%), Psa un più contenuto -8,1%, Gm – 16,2%, Ford -14,9% e il gruppo Volkswagen -8%. Si conferma solida la controtendenza di Hyundai e Kia a danno dei rivali europei Fiat in primis, con rispettivamente un +3,9% e +3,4%. Bene i giapponesi di Toyota +0,8% e Honda +5%, in calo Nissan con -14,1%.

 Dietro questi numeri, cresce la paura per il lavoro. Diverse fabbriche in Europa sono a rischio chiusura, non solo le italiane della Fiat (dove impera la cassa integrazione); tremano a Bochum, in Germania, casa Opel, tremano a Aulnay in Francia, casa Psa, fatta fuori entro il 2014, mentre a Gent in Belgio, casa Ford, è stata trovata un’intesa venti giorni fa per salvare lavoratori e produzione della nuova Mondeo. Che pur presentata il mese scorso, sarà costruita soltanto dall’ottobre del prossimo anno. Un altro segno della crisi europea a quattro ruote.

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