La sentenza pro-Fiom e anti-Fiat avrà effetto sul piano che Sergio Marchionne annuncerà agli analisti il 30 ottobre? Un piano che in Fiat chiamano aggiornamento, insomma, non un programma quinquennale come Fabbrica Italia ma una revisione degli obiettivi rispetto alla crisi di vendite nei mercati europei?

La Fiat oggi è stata condannata anche in appello a riassumere 145 operai che risultino iscritti al sindacato Fiom nella fabbrica di Pomigliano d’Arco. Questo perché c’è stata discriminazione, dicono i due tribunali di Roma,  nei confronti del sindacato che aveva detto no al nuovo contratto di lavoro per lo stabilimento campano e successivamente esteso agli siti italiani del gruppo. Dei 2.093 riassunti a Pomigliano fino a maggio 2012, infatti nessuno era iscritto alla Fiom. Da qui la prima sentenza di condanna il 21 giugno scorso, l’appello di oggi e il presumibile ricorso in Cassazione della Fiat.

Alla prima domanda, la Fiat risponde con un “no comment”. Sempre che Marchionne non cada in tentazione di esternare da qui al 30 in qualche occasione pubblica. Ma l’impressione è che, dopo gli ultimi scivoloni, Marchionne starà più attento a non mischiare i due piani e  a tirar dritto fino alla definizione dell’ultima ora della revisione del suo piano, o come si voglia chiamarlo. Di recente, ha duellato con personaggi troppo diversi tra loro perché la posizione dell’amministratore delegato non appaia oggettivamente delicata: Renzi, Squinzi, Airaudo,non hanno nulla in comune se non una critica precisa all’operato del manager. 

Su cosa Marchionne presenterà il 30 ottobre, sono usciti due  articoli diversi, entrambi smentiti dalla Fiat, quello italiano in modo formale urbi et orbi, quello americano da una telefonata che ho avuto con la direzione comunicazione del Lingotto. Ve li propongo comunque in lettura, uno del Messaggero, uno di Bloomberg ripubblicato dal Detroit News. Aspettando il 30.    

 ps la Fiat ha appena fatto un comunicato sulla sentenza. Come prevedevo, pacato nei toni, duro nella sostanza. Perché minaccia, rifacendosi a quanto detto il 30 giugno scorso, il licenziamento di 145 operai di Pomigliano se fosse obbligata ad assumerne 145 iscritti alla Fiom. Personalmente, sa di ricatto, come nei giorni del referendum sul nuovo contratto di lavoro. Comunque copio e incollo

La Fiat prende atto del dispositivo della sentenza della Corte d’Appello di Roma con cui

respinge il suo ricorso avverso alla sentenza del Tribunale di Roma del 21 giugno

scorso.

FIP di Pomigliano d’Arco in ordine alle potenziali conseguenze di tale provvedimento

non può che richiamarsi a quanto dichiarato il 30 giugno scorso a commento della

sentenza di primo grado.

Le considerazioni di allora risultano ancor più valide oggi, alla luce del fatto che

l’azienda è già stata costretta a far ricorso negli ultimi mesi alla cassa integrazione per

un totale di 20 giorni lavorativi, a causa della situazione del mercato automobilistico

europeo.

L’azienda ha avviato un accurato esame delle motivazioni della sentenza e si riserva

ogni tipo di iniziativa legale di opposizione, incluso il ricorso alla Corte di Cassazione.

Torino, 19 ottobre 2012

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