L’amministratore delegato di Fiat-Chrysler Sergio Marchionne dovrà essere molto convincente nella prossima revisione degli obiettivi del gruppo, dopo la cancellazione sostanziale del piano Fabbrica Italia lanciato due anni e mezzo e fa e solo assai parzialmente implementato. Marchionne deve almeno due risposte, una ai mercati e una ai lavoratori.
Sulla seconda, temo che potrebbe essere evasivo, potendo contare sulla copertura politica di Mario Monti fino ad aprile, salvo effetti collaterali da fine berlusconismo. Sulla prima, non ha invece nessuno scudo. Gli analisti vogliono sapere seccamente se riprenderà a investire oppure no. Nei report delle banche, il titolo Fiat è oggi sell, quanto non brutalmente declassato da agenzie come Moody’s. Marchionne deve una risposta dirimente, senza però poter contare su quella credibilità che aveva fino a tre anni fa. Né rispetto ai mercati conquistati con la spettacolare operazione Chrysler, meno che mai rispetto ai lavoratori italiani. Del sì e del no.
ps aggiorno adesso con questa analisi impietosa di Bloomberg: Marchionne ha mancato l’obiettvo del 27%
Il risultato di Fiat in Europa è desolante.
Ma francamente faccio fatica a capire come gli analisti abbiano continuato a basarsi su numeri relativi, come di prammatica, al migliore degli scenari probabili, quando invece gli indici economici hanno preso ben altra via.
Ci vedo molto di pretestuoso nelle ultime uscite.
Ad ogni modo lo stato attuale del mercato EU Fiat è misero.
Pochi concorrenti fanno un po’ meglio, gli altri da così a peggio, comunque.
Considerando anche Chrysler e le altre attività automotive extraeuropee la situazione cambia però parecchio(Chrysler Q3 a 381Ml di utile, +80% su 2011).
Gli investimenti?
In realtà ci sarebbero pure in UE, ma solo non dove ci sono rischi finanziari.
Cioè purtroppo su modelli di basso volume e ampio margine, come le nuove Maserati e -sembra- qualche novità Alfa Romeo.
D’altra parte se un gioiellino come la Panda vende appena (è così, ad esempio, Up! e 208, tanto per far due nomi) e visti i risultati altrui (di queste settimane l’ultimo, pesantissimo dietrofront di Ford, nonostante le pompose dichiarazioni di inizio anno) difficile dar torto al Maglionico, se non nel malo modo con cui gestisce la Comunicazione (sempre non sia un modo studiato…).
Se non sbaglio a breve verrà reso pubblico il product plan rivisto,
temo sarà ridotto all’ osso e soprattutto virtuale.
Temo anche che uno stabilimento italiano sia a grosso rischio chiusura a medio termine.
Mi auguro di essere smentito in toto.