Ricerca e sviluppo, R&S sono la chiave di volta di ogni futuro. Nell’automobile, l’ultimo studio degli analisti di Booz&company chiamato Global Innovation 1000 dà lo stato dell’arte del settore. Nel 2011, la Toyota si conferma non solo primo costruttore ma anche prima azienda al mondo per investimenti in R&S: 9,9 milardi di dollari, il 4,2% dei ricavi, +16,5% rispetto al 2010.  Il secondo costruttore di questa classifica è la Gm, con 8,1 miliardi, il 5,4% dei ricavi (l’Amministrazione Obama, appena riconfermata, può vantare un’altra voce a favore del salvataggio del 2009). Terzo è Volkswagen, con 7,7 miliardi ma primo per l’aumento record del 26,2% rispetto al 2010. Quarta Honda (ma prima per investimenti sui ricavi con il 6,5%), quinta Daimler.

Nella classifica delle prime 20 aziende al mondo non c’è Fiat-Chrysler, ma ecco qui il dato come da bilancio 2011: 2,2 miliardi di euro, dunque circa 3 miliardi di dollari al cambio medio di quell’anno (1,39), con investimenti sui ricavi in linea, il 4,2%.  Noto solo che, rispetto a Toyota, è meno di un terzo e che il gruppo giapponese divide il suo investimento per 3 marchi (Toyota, Lexus e Scion), mentre il gruppo italiano lo divide per 9 (Fiat, Alfa Romeo, Lancia, Abarth, Maserati, Ferrari,Chrysler, Jeep, Dodge).

Commenti
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    Che rispetto a Toyota Fiat investa un terzo in R&S è pacifico. Che l’investimento del gruppo italiano venga diviso sui suoi 9 marchi pure. Che invece la percentuale sui ricavi di tali investimenti per entrambe le case sia identica, mi sembra non la sconfinferi.
    Valori assoluti, per soldi o marchi che siano, sono fuorvianti in questa valutazione. Contano le percentuali, il resto sono chiacchiere.

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    Vero che è importante soprattutto la percentuale in linea degli investimenti sui ricavi. Ma qualcosa vorrà dire anche, che so, oltre un milione di ibride vendute dal gruppo giapponese nei primi dieci mesi 2012 e la prima elettrica del gruppo italiano, la Fiat 500 venduta da gennaio 2013 e solo in California. Grazie comunque dell’attenzione fp

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    L’aver puntato sull’elettrico ha sicuramente portato i suoi frutti a Toyota. La Prius mi sembra sia addirittura una delle vetture più vendute al mondo – si vede che la loro formula ibrida funziona – e la gamma in sviluppo attorno al loro modello di punta in questo ambito, invidiabile.
    Per esperienza mi sento però abbastanza sicuro di affermare che l’elettrico (ibrido o plug-in che sia) non rappresenti ad oggi il miglior investimento possibile – in termini sia di redditività che di quote di mercato.
    Mi spiego brevemente. Toyota, nella sua scommessa, è riuscita a beneficiare dei tipici vantaggi del cosiddetto first mover, che in aggiunta alla complicità di una formula azzeccata (appunto la Prius), hanno decretato il suo successo. Ciò a ben vedere però non è valso e non vale per le concorrenti, si veda la penetrazione delle ibride GM, PSA, Nissan-Renault sul mercato… Un vero disastro sia in termini economici (costi almeno doppi rispetto ai ricavi) che commerciali.
    A Fiat non va pertanto rimproverato il ritardo sulla tecnologia elettrica proprio in virtù dell’ancora “immaturità” della stessa, la quale – a detta anche di autorevoli esperti – non rappresenta finora, e almeno prima di un ventennio, una valida alternativa ai combustibili fossili.
    Ritengo perciò indovinata la scelta di Fiat circa il metano e il GPL in sostituzione a fonti alternative di locomozione, che almeno nel breve periodo non sembrano rappresentare un’interessante opportunità.

    Tornando velocemente sull’argomento R&S, in difesa del gruppo italiano ricordo non soltanto il ricorso a metano e GPL, ma anche il massiccio investimento nello sviluppo di tecnologie pulite ed efficienti per i propri motori a combustione, tali da porre Fiat ai vertici mondiali per il controllo delle emissioni di CO2 e per l’innovazione tecnologica dei motori e delle loro componenti (common-rail, twin-air, multiair, multijet…). Logicamente mi sono soffermato solo sugli aspetti principali.

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    Il discorso è corretto. Ma aggiungo che anche Toyota ha perso soldi nell’ibrido prima di arrivare a questi livelli. Per l’elettrico, il ritardo Fiat, che si basa soltanto sulla non convenienza oggi (vera), non è per me giustificabile sotto il profilo dell’investimento sul futuro della nostra mobilità. saluti fp

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    Questione di punti di vista. Credo che se riunissimo i maggiori esperti del campo e chiedessimo loro la reale convenienza di un investimento di tal tipo non ne verrebbero a capo.
    A mio modesto avviso per almeno i prossimi 20 anni l’elettrico rimarrà una nicchia al pari del metano oggi.
    Spero di potermi sbagliare perché gli innegabili benefici di questa tecnologia, quando matura, sarebbero veramente considerevoli.
    Credo che Fiat ad oggi stia tenendo le giuste distanze sia commercialmente che in termini di R&S sulla questione. Né troppo assente né troppo implicata.
    Ricordando comunque l’esperienza di Ferrari nella tecnologia Kers e la sua possibile applicazione, in un futuro non troppo lontano, alle vetture di più modesto costo e prestazioni.
    Discussione interessante. Saluti
    gd

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