La Chrysler non richiamerà in officina le 2,7 milioni di vetture che la Nhtsa le aveva ordinato di dichiarare difettose. Le “ispezionerà” presso le sue concessionarie per renderle più sicure in caso di tamponamento. Una piccola mutazione semantica ha permesso alla controllata della Fiat di tenere alta la guardia, e di non riconoscere almeno sulla carta, in modo plateale e preventivo, la responsabilità penale che l’accettazione di colpa avrebbe sottinteso.
Dietro il battibecco che dura da due anni ci sono 50 morti in altrettanti incidenti. Delle Jeep Grand Cherokee e Liberty colpite da terga sarebbero andate a fuoco per una perdita di benzina dal serbatoio danneggiato dall’incidente.
Martedi pomeriggio la Casa, a poche ore dalla minaccia di un inchiesta parlamentare che sarebbe scattata di fronte ad un suo rifiuto, ha consentito al “quasi richiamo”, usando una formula dubitativa che forse vedremo migrare in tribunale, dove sono aperti otto procedimenti promossi dalle famiglie delle vittime che chiedono i danni.
L’altra inversione di termini che la Casa di Marchionne è riuscita ad operare è nell’intervento di riparazione. La Nhtsa aveva evidenziato un problema strutturale nel disegno delle vetture, perché il serbatoio è spostato in una posizione troppo arretrata che lo espone al contatto e lo rende vulnerabile. Si è discusso a ragione di come questo non sia un problema specifico delle Chrysler, ma comune a diversi altri Suv americani. Ma questo non toglie che un’autentica soluzione avrebbe richiesto una modifica del disegno, o perlomeno l’inserimento di una protezione strutturale intorno al serbatoio.
In confronto, il rimedio proposto dalla Chrysler suona quasi come un altro affronto al tema di fondo della sicurezza, e uno schiaffo che la Nhtsa ha accettato supinamente, contenta della mezza ammissione che salva la faccia di tutti. I meccanici delle concessionarie controlleranno se le Jeep da ispezionare hanno un gancio per il traino già installato in assemblaggio, o aggiunto successivamente dal possessore. Se questo è il caso, manderanno a casa l’automobilista con una stretta di mano. Altrimenti ne installeranno uno loro.
Il gancio sporgente dalla linea del parafanghi servirà da respingente in caso di urto, e proteggerà il serbatoio. Poco importa che un numero elevatissimo di Jeep mai destinate al traino, tanto che i loro possessori non avevano sentito il bisogno di dotarsi del gancio, viaggeranno ora sulle strade in assetto permanente con un rostro scoperto, pronto a perforare e produrre ingenti danni anche in seguito ad un impatto a bassa velocità.
Quello che conta è aver limitato i costi (nell’aftermarket il gancio si trova intorno ai 150 dollari e solo una parte delle auto richiamate ne avrà bisogno), e aver ammansito l’agenzia per la sicurezza con una soluzione ipocrita più che salomonica.
La parola ora dovrebbe passare ai tribunali, dove sarà con ogni probabilità silenziata da accordi extraprocessuali che sigillano i documenti prodotti. Il caso mediatico sta per sgonfiarsi, con buona pace di tutti quanti si erano agitati per così poco.
Altro che stretta di mano, dopo il controllo se non ti cambiano il gancio traino e non te lo cambiano, anzi ti consigliano di toglierlo cosi quello che devi trainare rimane in garage, firmi un documento.
Vorrei capire in termini legali in caso di incidente se firmare quel documento scagiona crysler e inguaia il possessore dell’auto.