Unica certezza: se fa così la si nota di più. L’Alfa Romeo ritarda di nuovo il suo ritorno negli Stati Uniti. Un portavoce del gruppo Chrysler ha detto che la vendita della 4C dovrebbe slittare al secondo trimestre del 2014.  L’auto è stata presentata alla stampa la settimana scorsa sulla pista del Balocco e sarebbe dovuta finire nei dealer americani in novembre, dopo il motorshow di Los Angeles. Vabbè, i clienti d’oltreoceano hanno aspettato quasi vent’anni, ce la faranno a tenersi un assegno in tasca per altri sei mesi. Ma sempre che sia davvero così.

La notizia sarebbe una non notizia se Sergio Marchionne non avesse parlato dell’Alfa Romeo come della sua ultima spiaggia.  A onore del vero, ha sempre detto che la gestione e  il rilancio del marchio del biscione sono sempre stati il suo problema principale, un mal di testa perenne. Tra obiettivi mancati, ridotti in corsa, fissati (per ora) al 2016 con 300.000 Alfa, circa il triplo delle vendite 2012.  E ancora la promessa di farne un marchio premium fra lo scetticismo di molti, e le provocazioni pubbliche di Ferdinand Piech: tanto non ce la fai, vendila a me e al gruppo Volkswagen…

Ma oggi l’America brucia, se non altro perché è diventata un punto d’onore dopo che a Torino il ritorno dell’Alfa su quel mercato era stato preannunciato nel 2000, poi nel 2003 ai tempi dell’accordo con Gm, poi nel 2012 e ora l’anno prossimo.  Dustin Hoffman avrebbe fatto in tempo a prendersi una laurea honoris causa. Con o senza Duetto.

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