La Volvo cambia tutta la sua linea di motori. Basta con 5 e 6 cilindri, tutti a 4. Senza escludere un tre in futuro e cilindrate minori sotto la soglia dell’attuale 1.6. E’ un downsizing richiesto dai tempi, dai mercati e dalla legislazione che esige giustamente meno consumi e meno emissioni. Per il costruttore svedese, controllato dai cinesi di Geely, si tratta di un vero e proprio cambio di stagione, anche perché tutti i motori sono predisposti per essere elettrificati. Cioè, diventare ibridi con l’aggiunta di un propulsore a volt e naturalmente plug in, ricaricabile ovunque.

Per la serie Drive-E, il D4, il duemila turbodiesel da 181 cavalli, sarà prevedibilmente il cuore della gamma Italia. Disponibile sulla serie 60 da dicembre e in gennaio sul resto della gamma 70 e 80. Poi, per adesso,  ci sono due benzina con compressore e turbo sempre di due litri, il T6 da 306 cavalli  e il T5 da 245 cavalli, di minor appeal da noi (ed è un peccato).

Tutti in alluminio, dieta obbligata. Con loro un cambio manuale a sei marce o un inedito automatico a 8 rapporti. Non è uno ZF e non è accoppiato a una doppia frizione, ma non è male per nulla.  Così come il motore D4, equilibrato e silenzioso dopo aver mosso i primi metri. Soprattutto di basso impatto ambientale: il costruttore dichiara 3,7 litri per 100 chilometri alla voce consumi, 99 grammi di anidride carbonica per chilometro alla voce emissioni. Valori  da banco, ma pur sempre da propulsore decisamente di minore cilindrata e con la metà dei cavalli (sempre da banco).

Resto sul D4 e su quel “era ora”. Il cinque cilindri turbodiesel che va a sostituire era stato presentato nel lontano 2001. Rivisto negli anni per quattro volte, il D5 ormai giocava in difesa rispetto alla concorrenza, essendo invecchiato come tutte le cose della vita.  Il D4 è finalmente la risposta. Fatto in casa, come allora.  Solo che allora fu una vera follia: c’era un altro mondo, senza il mercato cinese, senza il mercato Usa dove si vendevano esclusivamente benzina, e Volvo investì in solitudine un mucchio di soldi. Oggi la storia è un’altra: Geely, che dal 2010 controlla il marchio di Goteborg rispettandone storia e capacità, cambia completamente le prospettive di crescita per Volvo. Passatemi la battuta: è come se gli svedesi avessero di fronte una lunga marcia.

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