Salone dell’auto di Parigi del 2010, Lotus va all’attacco. Elise, Esprit, Elan, Elite ed Eterne: “Cinque prototipi che andranno in produzione fra il 2013 e il 2015”, l’annuncio di Dany Bahar, allora CEO della Casa. Qualche mese dopo vengono invitati giornalisti da tutto il mondo, me compreso, in quel di Hethel, UK, dove la Lotus ha sede.

I vertici aziendali – non manca il designer italiano Donato Coco – sono a dir poco entusiasti e, a chi solleva qualche dubbio sulla fattibilità economica di un progetto così ambizioso, viene risposto che i malesi della Proton (proprietari del marchio britannico) non scherzano affatto. Anzi, giocano al rilancio: oltre alle sportive di cui sopra, Lotus starebbe lavorando a una citycar ibrida range extended; ci mostrano le linee base della vettura ed è roba da far tremare la Smart. Chapeau.

Salone di Parigi 2012: Lotus da forfait. Qualche mese prima la Proton, in crisi economica (i sedici anni di bilancio negativo Lotus non devono aver aiutato il Gruppo), viene assorbita dalla DRB-HICOM, anch’essa malese. Dany Bahar, l’ambizioso amministratore delegato, è sottoposto a indagine interna per presunta condotta scorretta e contro l’interesse dell’azienda. Le perplessità della stampa specializzata non erano forse poi così infondate, il topolino non può partorire una montagna (ok, non era proprio così il detto, ma pazienza).

Lotus desaparecida? No. Nel marzo di quest’anno si erano rincorse delle voci su un’imminente liquidazione dell’azienda, prontamente smentite da DRB-HICOM, la quale, da parte sua, sembra stia attuando una strategia più oculata rispetto a quella del recente passato. Messe nel congelatore le sei auto di cui sopra – forse la sola Esprit vedrà la luce – i nuovi vertici aziendali hanno dato il via a un piano di espansione dell’occupazione: 100 figure professionali in più grazie alle quali dare impulso all’attività, storica per Lotus, anche se non molto conosciuta, di consulenza per le altre Case automobilistiche. In particolare per quello che riguarda il comparto telaistico. Da qualche parte bisognerà pur ricominciare.

 

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