Marchionne è così in difficoltà nella scalata finale alla Chrysler che  tutto può far brodo. Compresa una buona parola di una parte del sindacato italiano ai colleghi americani, che si sono messi in testa di chiedere più soldi al padrone per la loro quota del gruppo di Auburn Hills. Questa non l’avevo mai vista, anche se la capisco e vi spiego dopo perché.

Una delegazione della Fim Cisl, scrive Bloomberg, incontrerà a Detroit la settimana prossima il sindacato dei metalmeccanici statunitense, Uaw, e il suo segretario Bob King. “Diremo a Uaw – dice Ferdinando Uliano della Fim Cisl all’agenzia americana – che solo una fusione tra Fiat e Chrysler garantirebbe un futuro positivo per i lavoratori di entrambe le società”.  Ma come mai il sindacato del sì a Marchionne punta oggi sulla fusione quale garanzia di “futuro positivo” per i lavoratori? Non sarebbe stato il nuovo contratto nelle fabbriche italiane la risoluzione di tutti i mali e la certezza di futuro per i lavoratori Fiat? Macché: “Siamo preoccupati – dice ancora Uliano parlando più da broker che da sindacalista – che l’Ipo (imposta da Uaw a Marchionne, ndr) danneggi l’unione dei due costruttori”.

Il pellegrinaggio negli Usa, scrive Bloomberg, era scheduled, programmato, ma la coincidenza con i giorni più neri della trattativa è veramente grande per non essere sospetta. Anche se Uliano ha ragione a dire a King, ehi mettetevi d’accordo su questo miliardo di dollari di differenza, perché se salta l’intesa, salta Fiat con tutti i lavoratori italiani. E’ il gruppo Chrysler che sta ripianando per ora le perdite di Fiat Auto, e Fiat Auto da sola non può stare in piedi.

Ma mi domando: quanto può essere suadente un sindacato italiano che si è schiacciato su Marchionne, da Pomigliano in su? E quale potere di dissuasione può avere su un sindacato americano che a sua volta, sebbene sotto il ricatto della bancarotta  nel 2009, si è schiacciato su Marchionne negandosi anche il diritto di sciopero fino al 2015? L’unica grande differenza è che  Uaw e King pensano di riscattarsi chiedendo oggi più soldi. Una agghiacciante partita di poker, con Marchionne incollato al tavolo e il sindacato italiano senza un cip nemmeno per sedersi.

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