La Renault Twingo, la prima piccola monovolume del mondo dell’auto, compie in questi giorni 20 anni dalla commercializzazione. Venne presentata un anno prima al Salone di Parigi, nel settembre del 1992, seguì l’appuntamento con la stampa internazionale per un test su strada organizzato (chissà perché) alle Canarie. Stupì la Twingo, dopo un parto travagliato che ora provo a farvi raccontare direttamente da due dei suoi protagonisti. Grazie anche alla Renault che, in attesa della terza generazione in arrivo l’anno prossimo, ha invitato in Italia Yves Dubreil, il capo progetto.  Il responsabile del centro stile, Patrick le Quément, l’ho invece incontrato a casa sua alle porte di Parigi tre anni fa, per un libro. Li faccio parlare a distanza: perché i due, oggi  in pensione, non si amano. Capita nelle migliori famiglie.

Dubreil è un ingegnere svelto con la matita. Adora raccontare la sua storia con delle vignette, “la nostra Twingo era un’auto inimmaginabile, perché è riuscita ad amalgamare redditività e design”, e butta giù una scala senza pioli, ma non l’ho capita. Ricorda che “non volevamo fare una campagna pubblicitaria con i fumetti, e invece alla fine la facemmo come per la Renault 5”.  E ancora che “il segreto della progettazione intelligente della Twingo stava nella rinuncia”, per contenere i costi. “Fin da subito, niente motore diesel, niente guida a destra”.  E’ un progetto che viene da lontano, “nel 1986 viene congelato un primo prototipo chiamato X06 in attesa di capire quanto poteva rendere”.

Quel progetto è riesumato da le Quément, che in Renault viene assunto nel 1987. ” Le disegno un muso simpatico e il direttore marketing dice: sembra Disney, è un po’ ridicola. Ma io volevo un’auto che sorridesse! La immaginavo d’inverno, quando fa freddo, la metti sotto il braccio e la tieni davanti al caminetto… Facciamo un test sulla clientela, che non va bene. Il venticinque per cento dice di adorarla così come è, un altro venticinque si dice non sicuro che gli possa piacere, il resto dice che non la comprerà mai. Allora non c’era internet e al presidente della Renault, Raymond Lévy, mando un biglietto in cui scrivo: lei è al corrente del test, le chiedo di scegliere fra un design istintivo piuttosto che un marketing estintivo! Lévy mi risponde con un altro bigliettino: sono d’accordo”. Quando le Quément parla del presidente che lo ha assunto “dopo undici tentativi”, gli brillano gli occhi: “Abita non lontano da qui, mi ha appena scritto una lettera molto cortese in cui parla ancora della ‘nostra’ Twingo, guardi…”.

Seguirono oltre 2,5 milioni di Twingo vendute, di cui 309.000 in Italia.

 

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