La Mitsubishi Heavy sta trattando con l’aviazione britannica la fornitura di una parte della fusoliera degli aerei da combattimento F-35. E’ quasi cosa fatta, occorre solo che il governo giapponese metta la firma sui sussidi necessari perché l’offerta diventi più appetibile di quelle dei concorrenti. Se e quando questo avverrà, il Giappone violerà per la prima volta il bando contro la costruzione di armi per il mercato internazionale, che il paese si era imposto al termine della seconda guerra mondiale.
La notizia ha poco a che vedere con il mondo dell’auto. La Mitsubishi è un enorme conglomerato di aziende che spaziano dalla finanza alle miniere, e dalle cartiere all’immobiliare, secondo la tradizione autoreferenziale del modello industriale nipponico. Ci serve però a ricordare che le fabbriche, anche quelle di automobile, all’occasione si trasformano in fretta in fucine della guerra. La Mitsubishi lo ha già fatto nei primi anni ’40 quando costruiva per la marina imperiale il leggendario caccia leggero A6M, meglio conosciuto come Zero. Che torni a farlo oggi (si è già impegnata a realizzare l’assemblaggio finale di 42 F-35 ordinati dalle Forze Armate giapponesi), è un segnale che dovrebbe farci pensare. Da parecchi mesi le commesse militari giapponesi stanno crescendo in parallelo con quelle cinesi, mentre l’aviazione e la marina dei due paesi trovano sempre più spesso motivi di frizione e di confronto reciproco.
Al summit di Davos pochi giorni fa l’economista americano Nouriel Roubini ha lanciato un tweet sinistro: “Molti qui paragonano il 2014 al 1914, quando la prima guerra mondiale scoppiò inaspettata. Un cigno nero nella forma di una guerra tra Cina e Giappone?”. Il primo ministro Shinzo Abe è corso a smentirlo, e allo stesso tempo ha attaccato l’armamento rampante in corso a Pechino. Ma il mese scorso era stato lui a rilanciare la tensione con una visita al sacrario di Yasukuni che commemora i soldati giapponesi carnefici dei cinesi durante la seconda guerra.
Il governo giapponese ha già autorizzato l’esportazione degli F-35 prodotti in Giappone. In proposito si legga l’articolo di un esperto conoscitore dell’argomento: Cristiano Martorella, Il sodalizio fra F-35 e Giappone, Panorama Difesa, n. 324, anno XXXI, novembre 2013, p. 34.
I timori per l’aggressiva politica cinese e la sua escalation militare non riguardano solo il Giappone. Infatti, anche Corea del Sud e Singapore hanno ordinato un numero consistente di F-35 in funzione anticinese.
Cordiali saluti
Pietro