Diciamolo, una volta per tutte: i 2,5 milioni di immatricolazioni nel 2007 hanno influenzato in modo drammaticamente negativo il mercato auto Italia. Quell’assurdo parametro, generato da un cumulo di circostanze irripetibili, è da troppo tempo ormai il punto di riferimento quando si parla del crollo del mercato dell’automobile in Italia, un crollo che non ha eguali negli altri grandi mercati europei, ma un crollo generato da una mortificante falsa verità statistica.

Perché nel corso di quel disgraziato 2007,  ci si sono messi tutti a creare i presupposti per una dimensione irreale delle vendite:  governo e enti locali con un mix irripetibile di incentivi che si sommavano generando incredibili ribassi rispetto ai prezzi di listino. Le case automobilistiche poi, premevano con forza sui concessionari spingendoli ad andare ben oltre gli obiettivi stilati ad inizio di anno. Gli stessi concessionari dal canto loro, annusavano la possibilità di  fare affari d’oro, vendendo a tutti i costi e liberando i piazzali dagli stock dati via a prezzi di saldo di fine stagione. E buoni ultimi i consumatori, che non credevano ai propri occhi per quella massa irragionevole di incentivi e che quindi in molti casi hanno deciso di cambiare l’auto anche se non ne avevano la stretta necessità, anticipando quindi acquisti che avrebbero in condizioni normali spalmato negli anni successivi.

Un solo dato: negli ultimi 7 anni (2007-2013), sono state immatricolate in Italia 13.230.659 automobili, cioè a dire una media annua di 1.890.094, valore che è leggermente superiore alla valutazione del reale mercato italiano, indicato da molti rispettabili analisti in 1.800.000 targhe.

Quella cifra annua, assai vicina – come abbiamo visto – alla media degli ultimi 7 anni, è la più clamorosa conferma della reale capacità di assorbimento del nostro mercato ed è inutile e dannoso continuare a fare riferimento agli irreali 2,5 milioni di targhe nei discorsi e nelle analisi che in questi ultimi tempi  sono apparsi su organi di stampa e comunicati ufficiali di associazioni del mondo automotive. Aspettiamo dunque un ritorno ad un mercato sano da 1.800.000 targhe senza indugiare in sogni (che io chiamerei incubi) mai più realizzabili.

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