Non deve essere facile per Carlos Ghosn gestire la strategia elettrica di Renault. Tanto più se è uno di quelli abituato a vincere. Il manager brasiliano di origine libanese ha rilanciato Nissan prima e ora Renault. L’accordo fortemente voluto da Ghosn con Daimler funziona. Così come quello che ha consentito l’acquisizione di parte della russa AvtoVAZ.
Dalla bacheca dei successi di casa Ghosn, rimane fuori l’elettrico lontano (molto) dall’obiettivo annunciato non senza un filo di presunzione: 1,5 milioni di veicoli elettrici Renault e Nissan entro il 2016.
Nelle scorse ore lo stesso Ghosn ha annunciato una partnership con il gruppo Bolloré: Renault produrrà per Bolloré la BlueCar, utilizzata nel servizio di car sharing AutoLib di Parigi, a partire dal secondo semestre 2015. La piccola elettrica sarà prodotta nello stabilimento di Dieppe. L’accordo consentirà, in un momento di sovvraccapacità produttiva, di aumentare l’efficienza dello stabilimento francese e ridurre i costi. Un’ottima soluzione per entrambi. Anche se il tweet lanciato da Renault per l’occasione mi sembra esagerato: “We need to show the world the quality of French manufacturing” con tanto di bandiera francese accanto.
L’accordo poi prevede che Renault progetterà, svilupperà e produrrà per Bolloré, una nuova versione della Bluecar a 3 posti equipaggiata con batteria LMP (polimeri di litio metallo) da 20 kWh. A questo punto a cosa serve? Zoe e Twizy non sono sufficienti? Le economie di scala non potrebbero essere utili a tutti?
Non convince neppure il terzo punto: Renault e Bolloré creeranno una nuova società che si occuperà di gestire servizi di car sharing in Francia e in Europa. La nuova realtà sarà al 30% del Gruppo Renault e per il 70% al Gruppo Bolloré. L’effetto è immediato: già nei prossimi mesi a Lione e Bordeaux saranno disponibili anche le Twizy. E, come recita, il comunicato, “l’introduzione di veicoli Renault (Twizy e Zoe) nella flotta di car-sharing sarà progressiva, con l’obiettivo di raggiungere al più presto il 30% della flotta di veicoli elettrici messi in servizio”. Al più presto.
Segno che Ghosn ha trovato un modo di entrare nel mondo in crescita del car sharing (“il nostro business è vendere le auto non affittarle”, disse tempo fa), seppur dalla porta secondaria e allo stesso tempo di “liberarsi” di un po’ di elettriche ferme in qualche piazzale remoto della Francia (sono solo 4.205 le Zoe vendute nei primi 7 mesi in Europa). Non proprio un successo.
Sono un elettricoscettico da sempre, e mi fa piacere non essere più da solo.
Cmq il discorso va inquadrato tenendo in considerazione il miliardo di euro che Renault ha avuto per lo sviluppo dell’elettrico.
Va anche ricordato che l’obiettivo Fluence, che all’improvviso tutti dimenticano, é stato cannato del 98%….
Ce ne sarebbe ancora da dire…..cmq ben venga che qualcuno si accoda a scrivere queste cose!