Renault Nissan si sono sposati per forza nel 1999 e la loro lunga relazione è adesso cambiata per amore di sopravvivenza. Mi ricorda “Scene da un matrimonio” di Ingmar Bergman, film del 1974 in realtà tratto da una miniserie televisiva in sei puntate del 1973. Sono passati cinquant’anni, ventiquattro dei quali professionalmente trascorsi insieme a Renault Nissan. Vita vera di coppia, tra molti in, errori e incomprensioni (par di sentire Marianne imbeccata da Bergman: “A volte sembra che marito e moglie parlino per telefono in una interburbana con apparecchi guasti”).

Per chi non ricordasse, in breve: nel 1999 il nano Renault acquisisce il controllo del gigante Nissan sull’orlo della bancarotta. Scambio azionario inevitabilmente ineguale, fino al 43% di Nissan ai francesi, 15% di Renault ai giapponesi senza diritto di voto. Un “gaijin”, uno “straniero” come Carlos Ghosn viene paracadutato in Giappone per guidare l’azienda senza fare prigionieri, mai successo prima (sarà comunque il migliore dei matrimoni possibili, vedi il fallimento della contemporanea fusione Daimler Chrysler).

Ghosn riesce. Torna a Parigi da imperatore dell’Alliance nell’aprile del 2005 e mantiene Nissan sotto il suo comando assoluto finché – anche su indicazione del governo di Parigi a sua volta azionista storico di Renault – sterza verso una fusione. Per Nissan è un atto di guerra, vivendo da sempre l’acquisizione del 1999 con quasi la stessa onta della sconfitta bellica della Seconda guerra mondiale. Ghosn viene fatto fuori attraverso carte fornite ai giudici giapponesi dalle gole profonde di Nissan (Bergman titolerebbe “Paula”, ma quello era tutto un altro tipo di tradimento).

Al volante di Renault arriva Luca de Meo, al volante di Nissan Makoto Uchida. Due manager di un’altra generazione, e non è un dettaglio. Il primo può contare sull’esperienza diplomatica del suo presidente Jean Dominique Senard, il secondo si libera del suo numero due Aswani Gupta che probabilmente vorrebbe fargli le scarpe. L’accordo è siglato pochi giorni fa: Renault e Nissan detengono un reciproco 15% l’uno dell’altro, dopo che Renault ha affidato il suo 28,4% di quota Nissan a un fondo fiduciario francese (intesa fra eguali, il matrimonio è salvo. Nascerà a breve un figlio di nome Ampere).

Da matrimonio diseguale a intesa win win: come nel film di Bergman, è il tempo dell’emancipazione. Finito quello delle fusioni, nell’auto si cercano ormai più utili e agili accordi industriali (meglio ancora se fra diversi, come Stellantis-Leapmotor sul fronte avverso).

C’è anche una lezione: nella transizione elettrica i grandi volumi per le economie di scala sono meno importanti rispetto agli investimenti sui software che governeranno l’industria della mobilità. Bisogna essere giovani per capire che la coperta è corta e non va più rimboccata (liberatorio Johan, cinquant’anni fa: “Ho notato che si può dire qualsiasi cosa su qualsiasi persona senza rischiare di sbagliare”).

@fpatfpat

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