Parlare d’idrogeno è sempre difficile. Vuoi perché la mia categoria ha perso credibilità negli anni passati dando le auto a idrogeno ormai pronte per le strade di tutti i giorni. Ci ha messo poi lo zampino qualcuno che, per prendere qualche finanziamento europeo, è riuscito a costruire un distributore in pieno centro città per poi chiuderlo appena qualche ora dopo la pomposa inaugurazione.

Eppure l’idrogeno sembra destinato ad avere comunque un futuro, almeno a sentire quanto raccontato all’evento H2R promosso all’interno di Ecomondo e di cui Carblogger.it è media partner. Il prodotto è maturo e lo dimostra la Hyundai iX35 a fuel cell in prova proprio alla manifestazione riminese. Auto che si può acquistare sul sito internet della Casa coreana. Anche Toyota è pronta a lanciare a un prezzo relativamente accessibile (7 milioni di yen, circa 50 mila euro) la berlina a idrogeno in Europa la prossima estate. Ho provato per un breve test drive la iX35 e devo dire che ormai i compromessi non esistono più.

I problemi sono altri, partendo dai prezzi alti, anche se Toyota ha indicato la strada (che poi è la stessa percorsa dalla Prius con l’ibrido) e Hyundai pure (proponendo un canone di poco oltre mille euro). La rete di distributori manca ma si potrebbe iniziare dalle flotte di veicoli, come a esempio un punto di rifornimento unico per una compagnia di taxi.

Perché a Milano non si fa? (il copyright della domanda è di Andrea Crespi, numero 1 di Hyundai Italia). Perché in Germania sono previsti 50 distributori di idrogeno entro la fine del 2015 e da noi nulla? Perché dalle parole del rappresentante del Ministero dell’Ambiente a H2R sembra non esserci alcun piano per l’idrogeno? Perché poi in Italia (unico caso in Europa da quanto mi risulta) è possibile realizzare un distributore a idrogeno a 350 bar dimezzando (o quasi) l’autonomia delle vetture attuali da 700 bar? Domande a cui nei prossimi mesi qualcuno dovrà dare una risposta.

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