Il Motorshow di Bologna riapre i battenti dal 6 al 16 dicembre. La notizia è che fortissimamente si fa. Dopo la chiusura l’anno scorso per crisi, dopo le polemiche se tenerlo a Milano con altri mezzi e altri patron, dopo che le Case hanno detto no, ni, boh, sì (non tutte). Tralascio le parole al vento se Bologna sia necessità o lusso dei nostri tempi cupi per l’economia e per le persone, se sia bello recuperare un appuntamento fieristico per l’auto che in qualche modo si può considerare storico per l’Italia, se e quale ritorno possa avere per quei costruttori che hanno deciso di investirci. Ognuno a casa sua spende come vuole e capisce da solo se arriva al 27 del mese oppure no.

Ma quanto vale questo Motorshow? Sento mugugni in giro, buon segno per quel che mi riguarda. Sono presenti 19 marchi, mica pochi, anche se non tutti in parata come ai vecchi tempi con stand faraonici. La formula del Motorshow è piuttosto à la carte: se ho ben capito, c’è chi avrà un spazio preciso con vere novità e chi assicura una presenza con una cosa tipo io faccio una cena e ci metto la macchina, io faccio un concerto, io una prova, io una gara e così via.

Una formula spettacolo soprattutto (i dettagli li trovate sul sito del Motorshow), tipo il dj Bob Sinclair, molto mainstream ma vabbè Non dimenticando che lo spettacolo è un po’ l’anima dell’esposizione, così lontana dai Saloni classici che per altro la maggior parte del pubblico di Bologna credo non abbia mai visto.

L’idea del menu c’è, dunque il Motorshow vale. Dell’auto sul piedistallo alla gente frega sempre meno se non zero, tutto al più può servire a noi che ci occupiamo di comunicazione usandola a volte come sfondo per una intervista con una telecamera. Ce ne faremo una ragione. Eppoi a Bologna ci saranno l’uno e l’altro. E magari funziona.

 

Commenti
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    Francesco: già, già, già!

    Pochi giorni fa il Ministro dei Trasporti Lupi ha voluto “tranquillizzare” le aziende che operano nell’automotive, e – sottolineando l’importanza del comparto delle 4 ruote per il nostro Paese – ha confermato che il salone dell’auto si farà, a Giugno, in concomitanza con l’Expo.

    A Milano.

    Negli anni ’70, quando nasceva il Motor Show, dalla pubblicità di un amaro nacque un’espressione che indicava un periodo caratterizzato dal benessere diffuso, dall’arrivismo di alcuni ceti sociali emergenti, poi degenerato in uno stile di vita sopra le righe, di cui ancor oggi ci portiamo addosso le tossine negative.

    Pensavo che la “Milano da bere” fosse stata definitivamente rottamata.

    Ed invece, riguardando alla guerra che si è scatenata attorno agli eventi dedicati all’auto, capisco che nel settore c’è ancora chi non si è accorto che la festa è finita e continua a lavorare pensando di essere ancora nella “Milano da bere”, operando ancora sopra le righe, targando migliaia di auto invendute, imponendo investimenti fuori luogo, organizzando meeting, eventi, riunioni ove si fanno inutili bla-bla.

    Sono gli stessi che vorrebbero far tornare quei vecchi saloni dell’auto statici, tristi e silenziosi.

    Oggi – nel peggior mercato degli ultimi 30 anni – mentre negli autosaloni delle concessionarie non entra nessuno, ed i venditori non si degnano neppure di rispondere a chi chiede un preventivo via internet – forse questo “non-salone”, questo evento “a menù” può essere davvero di supporto al settore.

    Forse.

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