Finalmente le cose si stanno mettendo al meglio per Sergio Marchionne, che da sempre è attento all’evoluzione dei fattori esterni al settore dell’auto per sfruttarli a vantaggio di FCA. Innanzitutto, l’andamento del mercato nordamericano, che ha chiuso il 2014 a 16 milioni e mezzo di veicoli venduti, e quest’anno proietta oltre 17 milioni di unità, un livello raggiunto l’ultima volta nel 2001. Anche se qualche autorevole osservatore (come Mary Barra, CEO di GM) è più cauto e sostiene che i tassi di crescita nei prossimi anni saranno più bassi degli anni passati, c’è comunque da essere ottimisti, anche perché il gruppo FCA ha dimostrato di essere in grado di conquistare quote di mercato, e non solo con i marchi Jeep e Ram, che indubbiamente sono tra coloro i quali hanno beneficiato di più dal calo dei prezzi del petrolio.
Il secondo fattore, che riveste un ruolo cruciale nelle strategie FCA, è il tasso di cambio euro/dollaro, che si sta avviando a 1.15 dopo aver toccato 1.45 nel 2011. Una tendenza auspicata per anni da Marchionne, che ieri a Detroit ha dichiarato: “Sono anni che lamentavo la sopravvalutazione della moneta Ue: il mercato alla fine prevale sempre. Una cosa che ci sta aiutando molto». Un vero toccasana per i conti FCA, proprio mentre è stata avviata a Melfi la produzione della Jeep Renegade e della Fiat 500X, due prodotti destinati anche agli Stati Uniti, i cui margini beneficeranno non poco del deprezzamento dell’euro.
Infine, la sostanziale tenuta del mercato europeo, dove tutti i costruttori generalisti, indistintamente badano soprattutto a non perdere soldi. Il marchio Fiat anche nel 2014 ha continuato a perdere quota ma, il boom del mercato inglese, dove Fiat vende bene la 500, il suo prodotto più profittevole, la buona accoglienza della 500L anche fuori dall’Italia, insieme ad una spietata riduzione dei costi, hanno significativamente migliorato i conti, al punto che Marchionne prevede il pareggio a livello operativo nel 2015 e un attivo delle attività europee nel 2016. “So far, so good“, quindi. Anche se il rispetto degli ambiziosi obiettivi fissati dal nuovo piano industriale, dipenderà sempre e soprattutto da fattori interni, dalla crescita organica e dall’effettiva competitività a livello globale dei marchi, a cominciare dal tanto sospirato rilancio di Alfa Romeo.
[…] comunque va. E sfida Toyota e Volkswagen e gli altri colossi, si dice adesso con facilità. Ma se vado a […]