Sergio Marchionne ed Elon Musk si somigliano. Pur essendo per cultura, generazione e scelte automobilistiche, la diversità assoluta. Opposti estremismi che si attraggono, se volessimo usare una pessima chiave di lettura politica in voga negli anni 70 in Italia. Ma qui l’attrazione – un certo mood, direbbero loro – c’è davvero, con dei punti di contatto che alcune parole di Marchionne dette sabato scorso a Toronto, a margine dell’inaugurazione di un dealer Maserati, mi fanno tornare in mente.
In un recente viaggio in California, Marchionne ha affermato di avere incontrato sia Elon Musk di Tesla che Tim Cook di Apple. “Sono incredibilmente impressionato da ciò che ha fatto questo ragazzo”, ha detto riferendosi a Musk. Su Cook non ha aggiunto nulla, ma l’effetto mediatico è assicurato.
Dimenticatevi che Marchionne vede l’auto elettrica – l’unica che costruisce Tesla – come la peste nera e che FCA non ha in listino nemmeno un’auto ibrida. Contrordine compagni. Il futuro passa da qui e dall’auto a guida autonoma, per cui oggi Marchionne si alleerebbe anche con Apple o Tesla o con entrambi se potesse, alla faccia di quei sdegnosi di Gm e Ford. Il problema è che FCA ha bisogno di soldi che non ha. E i flussi di investimenti che passano e si fermano nella Silicon Valley, l’industria tradizionale dell’auto se li sogna. Il manager italiano non fa altro che seguire i soldi: il Wall Street Journal scrive oggi che Uber varrebbe circa 50 miliardi di dollari.
Le somiglianze fra i due? Prima le cose leggere: Marchionne e Musk sono nati in giugno, hanno studiato in Canada entrambi, hanno avuto finora due mogli, lavorano come pazzi – del primo è nota la passione di convocare i suoi nei fine settimana o alle 6 del mattino etc etc, del secondo si dice lavori fra le 80 e le 100 ore a settimana week end compresi, cioè fra le 11 e le 14 ore mezza al giorno. Due leggende, a chi piace il genere.
Le cose serie: oltre a essere già in affari per i crediti sulle emissioni, ai due dell’oggetto automobile in realtà frega poco. Marchionne è uomo di finanza, Musk perde soldi con Tesla ma recupera al volante di Space X (tecnologia spaziali) e le energie alternative (Solar City), dopo aver co-fondato PayPal. Entrambi hanno grandissima capacità nell’incantare analisti e giornalisti, entrambi sono due idoli a Wall Street. Due mostri nel far volare i rispettivi titoli automobilistici: come spiegare altrimenti le performances di una FCA pesantemente indebitata e di una Tesla Motors in perenne rosso?
Non ci sarebbe da stupirsi se entrambi si liberassero dell’automobile. O se qualcuno li accoppiasse.
ps Musk è seguito su Twitter da 2,07 milioni di persone. Marchionne diventerebbe facilmente una star del web, se solo gli dedicasse un profilo e qualche minuto al giorno.
[…] La domanda in sospeso però rimane: Marchionne vuole liberarsi di FCA perché teme di non farcela con il piano industriale come molti sospettano (e noi di Carblogger pure) e magari tenersi solo la Ferrari? “Look, if I wanted to sell I would have called a banker,” he said. “I wouldn’t have done an analysis on return on invested capital and margins that talk about the fact that we’re all in the same hole”, risponde secco Marchionne. Insomma, avrei chiamato un banchiere e non Mary se avessi voluto vendere. E siccome nell’auto nessuno sembra dargli retta, è andato a bussare ad Apple e addirittura a Tesla. […]