I risultati finanziari di Toyota ci hanno spesso lasciati a bocca aperta, ma quelli relativi al 2014 – 2015 (l’anno finanziario comincia ad aprile e finisce a marzo) pubblicati la scorsa settimana sono a dir poco spaventosi.

Più di 10 milioni di veicoli venduti, oltre 200 miliardi di euro di fatturato, più di 20 di utile operativo (10% di margine, siamo a livello premium) e 16 di utile netto.

Quasi il 60% dell’utile operativo è stato realizzato in Giappone nonostante le vendite siano calate (211 mila unità in meno), il 20% in Nord America (vendite +186 mila), il 18% in Asia (vendite -120 mila), in Europa appena il 3%.

Il flusso di cassa dalle attività operative ha generato l’equivalente di oltre 27 miliardi di euro; ce n’è abbastanza per sviluppare la nuova piattaforma modulare TNGA che ridurrà del 40% gli investimenti iniziali e saturerà gli impianti esistenti (così da costruirne meno di nuovi), oltre a tagliare i costi di produzione del 20%.

Dopo un anno così, sarebbe logico aspettarsi una previsione al ribasso per quest’anno … macché, in Toyota l’eccezione diventa la regola, vale il principio che si può sempre far meglio: crescono ancora fatturato e utili, con un margine superiore al 10% ed ulteriori riduzioni di costi a compensare i mancanti guadagni provenienti dal cambio, che lo scorso anno hanno contribuito al 75% dell’aumento dell’utile operativo, pari a 3 miliardi e mezzo di euro.

E’ delle scorse ore anche la notizia di un accordo imminente tra Toyota e Mazda per cooperare sugli acquisti e sviluppare insieme tecnologie “eco-friendly“.

Che dire di più? I miei amici di Bruxelles mi dicono che lavorare per Toyota non è divertente, ma certo deve essere rassicurante.

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