Audi, e dunque Volkswagen, investe in Italia. La notizia è così importante simbolicamente che oggi il marchionniano Renzi ne farà una sua bandiera con tanto di conferenza stampa. Certo, nonostante il prezzo da 200.000 euro a esemplare, il migliaio di suv Urus della Lamborghini (marchio controllato da Audi) che saranno assemblati dal 2019 in Emilia sono poco più di un caffé corretto per la multinazionale tedesca da 10 milioni di pezzi. Tuttavia questa non è una storia minore dell’auto italiana e per molte ragioni.

L’Italia, infatti, ne ricava un riconoscimento importante: l’unico paese occidentale di peso con un solo produttore automobilistico dimostra finalmente di saper attirare investimenti stranieri nella fascia a maggior valore aggiunto dell’automotive.

La portata strategica dell’operazione Urus non si gioca tanto sui  posti di lavoro (oscillano fra 300 e 600) quanto sulla consacrazione internazionale dell’Emilia come una delle valley manifatturiere più capaci e prestigiose d’Europa. C’è un evidente premio al lavoro italiano che si esprime nelle fabbriche emiliane di qualità perché il suv Lamborghini, con i suoi probabili 2 miliardi di fatturato, si aggiunge alla Ferrari, alla Maserati di Modena, alla mitica Dallara, alla VM Motori con i suoi 6 cilindri pronti anche per le prossime Alfa Romeo. La miriade di fornitori distribuiti sull’asse Bologna – Milano, infine, rafforza i legami con la struttura industriale tedesca ma fuori dal circuito del materiale a basso valore aggiunto.

E poi c’è una questione di immagine perché – per una volta – il sistema Italia ha funzionato come sistema. Un notizione. Stato, Regione Emilia e sindacato – a partire dalla Fiom che controlla il 90% dei delegati Lamborghini – hanno remato dalla stessa parte.

Per Urus l’Italia ha messo sul piatto un centinaio di milioni di incentivi concentrati, per la prima volta, nell’investment compact, ovvero un insieme coordinato di aiuti pubblici, formazione compresa, che ha convinto i vertici di Volkswagen-Audi. E così se la scocca del suv sarà stampata e lastrata in Slovacchia (lo stabilimento Lamborghini non ha spazio per queste lavorazioni) il grosso del lavoro della futura Lamborghini sarà made in Italy.

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