Se alla Ford serviva una image booster, beh, non doveva andare molto lontano per cercarlo. Da 50 anni ha in casa un modello che incarna americanità, potenza, passione, un’auto “che rende Ford diversa dagli altri costruttori”, per dirla con le parole usate durante la presentazione stampa: bastava permettere alla Mustang di uscire dagli Stati Uniti, dopo qualche ritocco a interni, sterzo e sospensioni, per diventare un modello globale. E finalmente quest’anno qualcuno a Detroit ha deciso di fare il grande passo, forse stimolato dall’iniziativa della rivale Chevrolet, che a fine 2013 ha iniziato a vendere la Camaro in Europa.

Ma mentre la muscle car della GM, nel 2014, ha totalizzato nel Vecchio Continente 933 contratti, per la Mustang il futuro si prospetta più roseo: nessuno vuole sbilanciarsi con le previsioni – mancano gli elementi per farle, dice la Ford – ma sembra che la “fame di Mustang” sia forte. Quando un anno fa, durante la finale di Champions League, Ford Europe ha aperto gli ordini, i primi 500 esemplari in edizione limitata sono stati riservati in 30 secondi, e alla fine della partita le prenotazioni erano più di 9.300, di cui 2.200 si sono concretizzate in ordini. Migliaia di persone, quindi, sono disposte a staccare un assegno da migliaia di euro per questa macchina senza nemmeno averla mai vista dal vivo.

In Italia, però, al di là dell’operazione d’immagine di sicuro successo, rimane l’incognita del costo di mantenimento. E non è tanto il prezzo della benzina a preoccupare, per quanto il V8 ne sia assetato. Il problema è piuttosto il fisco italiano, che rischia di limitare la carriera di un’auto che non è stata progettata per questo Continente, con quel suo anomalo rapporto prezzo-potenza: il listino parte da 36.000 euro per la quattro cilindri EcoBoost da 314 CV e da 41.000 per la GT da 418 CV. Non un’auto da super ricchi, dunque, che però fra bollo e superbollo paga 825 euro l’anno nel caso della EcoBoost, una mazzata da quasi 1.900 euro la GT. Ah, per la cronaca: cento italiani hanno già deciso che ne vale la spesa.

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