Tesla Model S

La notizia è di queste ore: Tesla avrebbe avviato dei contatti con il governo tedesco per aprire una fabbrica di batterie in Germania. A dirlo è il ministro dell’Economia Sigmar Gabriel, ripreso da Bloomberg.

Elon Musk CEO di Tesla, sembra pronto quindi a saltare sul mercato europeo provando a giocare in casa di quelli che, almeno a vedere gli annunci fino ad oggi, saranno i suoi prossimi rivali: Audi, Bmw e Mercedes. Cosa di meglio che sfidare in casa i concorrenti? O magari, perché no, provare a fornirgli le stesse batterie? Conoscendo il carattere e l’ambizione di Musk ci può stare.

Non solo. Musk dimostra di conoscere le leve del business tradizionale: andare dove c’è domanda e il mercato automobilistico tedesco è ancora il primo in Europa (senza considerare l’elevata richiesta tedesca di batterie per stoccaggio di energia rinnovabile per abitazione e uffici). Cosa poi di meglio di una Germania dall’immagine “offuscata” dal dieselgate Volkswagen? Non era poi la stessa cancelliera Merkel ad aver promesso 1 milione di elettriche in strada entro il 2020?

Non stupisce il sospetto del ministro Gabriel: “Presumo che dietro la strategia ci sia anche una richiesta di fondi pubblici”. Fabbrica in Germania ma (anche) con i soldi tedeschi. Il ragionamento è un classico per Musk: già provato e riuscito prima a Fremont, dove grazie al finanziamento federale (rimborsato) sono oggi realizzate Model S e Model X e ora a Reno in Nevada dove risorse pubbliche sono state investite per la costruzione della prima Gigafactory di Tesla, impianto di produzione di batterie al litio insieme a Panasonic (attiva a partire dal 2017).

Chissà se la richiesta sia stata inoltra anche all’Italia. Dopo le risorse investite in Lamborghini, il governo Renzi sarebbe disposto a “incentivare” l’arrivo di Tesla nel nostro Paese? E’ un’idea e forse neppure tanto male.

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