Diverse case automobilistiche, per non dire tutte, stanno investendo in ricerca e sviluppo per propulsori che possano sfruttare fonti d’energia rinnovabile, come il fotovoltaico. Addirittura Elon Musk, patron di Tesla, ha detto di voler creare un vero e proprio ecosistema che comprenda la gestione energetica di casa e auto. Certo, una bella idea, però ce ne vorrebbe di energia per la gestione della casa e dell’auto; la tecnologia è in grado di farlo?

Secondo il report di Bloomberg New Energy Finance, la capacità di accumulo attuale di 400MWh aumenterà di circa 1.900 volte raggiungendo i 760 GWh nel 2040. Quello dell’energy storage stazionario tra 25 anni arriverà ad un giro d’affari di 250 miliardi di dollari l’anno, sei volte quello del 2015.

Un bel giro d’affari, ma agli utenti finali quanto costerà? Le previsioni anche in questo caso sono incoraggianti. Secondo lo studio condotto dalla società di consulenza McKinsey, entro il 2020 i prezzi per kilowattora subiranno un forte calo, passando da 350 a 200 dollari, calo che si prevede fino al 2025 giungendo a 160 dollari.

Stando ai dati delle previsioni, l’energy storage rappresenta un business davvero promettente e dato che si tratta di energia (la stessa utilizzata per il funzionamento dei motori elettrici) per le case automobilistiche non sarebbe neanche un investimento fuori dalla strategia attuale. Anzi, questa potrebbe proprio essere l’opportunità per diffondere la cultura dell’elettrico e, di conseguenza, delle auto elettriche.

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