Fin troppo facile salire sul carro dei vincitori. Al Salone di Ginevra in molti si sono schierati, ancora una volta, contro l’auto elettrica. D’altronde i numeri sono tutti dalla loro parte con le auto a batteria relegate in un angolo del mercato da zero virgola zero e qualcosa.

E’ inutile negare che i problemi ci siano: le infrastrutture sono assenti, il prezzo di listino è troppo elevato e gli incentivi che in Italia arriveranno tra qualche giorno serviranno a ben poco. C’è poi l’autonomia. I 130 km garantiti oggi (media), agli occhi dei potenziali acquirenti, non sembrano ancora sufficienti: anche se a leggere le statistiche, l’87% dei cittadini in Europa percorrono in auto ogni giorno meno di 60 km (Deloitte), il rischio di rimanere fermi in strada senza corrente fa ancora paura.

C’è però un’accusa che non torna: “considerando il ciclo globale, dal pozzo alla ruota, l’elettrica ha emissioni di CO2, paragonabili o superiori, a quelle di un’auto tradizionale a benzina o gasolio” le parole diventate un tormentone e manifesto della Fiat di Sergio Marchionne. Il concetto è vero solo in parte ovvero, quando l’energia elettrica utilizzata per ricaricare le batterie è prodotta da combustibili fossili e carbone. Non solo: si parla di CO2, un gas climalterante e non certo un inquinante nocivo alla salute. Se, al limite poi, le emissioni di CO2 fossero anche paragonabili, perché non sono mai considerati nelle argomentazioni dei più scettici, i veri inquinanti, gli ossidi azoto, le polveri sottili e il monossido di carbonio? Un’auto elettrica non ha il tubo di scarico perché non ne ha bisogno. Avete mai visto una lavatrice con i terminali cromati modello Lamborghini? L’elettrica quando si muove in città, magari vicino a una scuola o a un parco giochi per bambini, non emette nulla. Zero. E’ forse un vantaggio da trascurare? A Ginevra sembrava di si …

Commenti
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    I limiti dell’auto elettrica esistono eccome, ma anche i primi telefonini costavano cari ed erano grossi come mattonelle. Ē chiaro ed evidente che devon essere i governi a sostenere l’auto elettrica, con incentivi all’acquisto, ma anche, molto meno costosi, agevolazioni con accessi alle aree ZTL e corsie preferenziali, parcheggi gratuiti nelle strisce blu. Possibilmente il tutto in modo uniforme sul territorio (in Italia ogni comune decide e ha regole diverse). L’auto elettrica ha dei limiti, soprattutto l’autonomia, ma anche il prezzo, ma con il giusto supporto dei governi almeno il secondo punto può essere eliminato e i vantaggi per l’ambiente sono notevoli. Non solo meno CO2 se si usano fonti rinnovabili per la ricarica, ma anche meno gas inquinanti nei centri abitati, meno smog nei nostri polmoni e in quelli dei nostri figli. E, perché no, meno inquinamento acustico…magari!!!!

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    Bentrovati e in bocca al lupo, o in altri orifizi di cetacei, come più vi piace. Complimenti per la trasmissione, una boccata di sana leggerezza mi pare indispensabile per quest’automobile.
    Mi piacerebbe aggiungere il mio personale delirio relativamente all’auto elettrica, affermando che pare un’occasione mancata. Metto in fila due o tre fatti e tiro alcune conclusioni molto arbitrarie.
    Al momento non c’è una sola tecnologia che consenta al veicolo elettrico delle percorrenze interurbane. Le case hanno presentato auto elettriche del tutto sovrapponibili alle auto tradizionali. Fare le macchine costa.
    Quindi: il veicolo elettrico che si può proporre oggi è perfetto per le città più inquinate, caotiche, irrespirabili. Il veicolo elettrico può essere l’occasione per ripensare la mobilità urbana e affiancarsi all’auto tradizionale. Le auto costano perché vengono costruite per rispondere ad esigenze assai ampie.
    Rispetto ad un’utilitaria di quindici anni fa, oggi un segmento A poggia su pneumatici da 185, accelera, corre, frena, resiste agli impatti e risponde alle restrizioni alle emissioni come una berlina destinata alle lunghe percorrenze e tutto questo incide sul prezzo in maniera determinante.
    Il mercato, però, accoglie con entusiasmo marchi low cost che non abbiano un’immagine sfigata, veicoli che non raggiungono le 5 stelle Euro NCAP su tutti i parametri, SUV a due ruote motrici, monovolume senza bagagliaio. Possiamo dire che non c’è una relazione immediata e diretta fra gli aspetti razionali dell’auto e il suo successo di vendite?
    E se arrivasse a dodicimila euro un veicolo elettrico a due posti affiancati, con un minimo di comfort (climatizzatore) e un massimo di design, con 100-120 km di autonomia e di semplice gestione? Qualcosa più di una Twizy e qualcosa meno di una Smart; senza cruscotto che basta un piccolo display a cristalli liquidi da scooter, con uno spazio per azzeccarci uno smartphone o un tablet che svolga tutte le funzioni avanzate (se uno le vuole) con qualche app dedicata.
    “Ma così rinunceremmo a una fetta importante del mercato, quelli che da un’auto compatta ed ecologica vogliono spazio, prestigio, prestazioni, immagine”. E allora continuiamo a proporre auto elettriche per tutti, ma che nessuno compra e diamoci appuntamento al prossimo Salone in cui qualche voce autorevole sosterrà che il motore elettrico è una bufala, mentre mettere un quintale di bombole di gas sul barattolo è il vero progresso. Dajie!

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