Non tutti sorridono al Salone di Shanghai 2013 che si chiude domenica. E’ il caso delle Case giapponesi in Cina. I numeri di Toyota, Nissan, Honda, Suzuki, … sono tutti in discesa. In un mare totalitario di segni positivi, nei primi 3 mesi del 2013 spiccano il -11% di Toyota, -32% di Nissan, -7% di Honda e il -4% di Suzuki. Inutile andare a cercare il perché in strategie commerciali o prodotti sbagliati. La ragione è politica e si gioca sulla guerra in atto dall’anno scorso sulle isole Senkaku: sconosciute ai più, disabitate ma ricche di pesce, appartengono al Giappone.

La loro storia però è tormentata: le isole erano cinesi ma alla fine della Prima guerra tra Cina e Giappone (1895) passano all’allora Impero giapponese. Dopo la sconfitta del Giappone nella Seconda guerra mondiale diventano di proprietà degli Stati Uniti, salvo tornare, con il Trattato di pace di San Francisco del 1972, ancora una volta ai giapponesi. Un accordo non riconosciuto da Cina e Taiwan che oggi ne rivendicano la proprietà. Questa è solo l’ultima agenzia di qualche ora fa sulla tensione che c’è tra i due Paesi asiatici.

La storia in questi due anni è stata rilanciata spesso con grande enfasi dalla televisione governativa CCTV e dai media. Ed è stato sufficiente per convincere i cinesi, solitamente molto nazionalisti, a non acquistare auto dei marchi giapponesi. Leggete qui, ad esempio, cosa è accaduto al numero 1 di Honda in Cina. A rischiare di più sembra Toyota: il primato mondiale a fine anno dipende anche dai risultati in Cina. Staremo a vedere.

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