Alla fine  è arrivato. Dopo mille ostacoli, con il Comune di Milano spesso messo di traverso di fronte a un servizio “regalato” alla città chiavi in mano,  car2go, il car sharing gestito da Smart, è entrato in funzione nel capoluogo lombardo.

Qualche numero: a regime saranno 450 le smart fortwo (150 da subito) disponibili ad essere utilizzate pagando solo il costo del noleggio con una formula, simile a quella adottata oggi nella telefonia, di un prezzo al minuto tutto compreso (carburante, assicurazione, parcheggio e, nel caso di Milano, l’eventuale ingresso alla Area C). Tutto senza canone mensile o limiti di tempo. Ci si iscrive al servizio (19 euro una tantum), si riceve una tessera, si prende la Smart al parcheggio semplicemente avvicinando la smart card al parabrezza e si parte (la chiave è all’interno della vettura). L’auto, a differenza degli altri servizi di car sharing fino ad oggi in funzione in Italia, si potrà lasciare dove si vuole. Il costo è addebitato direttamente sulla propria carta di credito o conto corrente bancario: 0,29 euro al minuto (sia se si guida che in sosta) o 14,90 euro l’ora con 50 km inclusi. Per 24 ore di noleggio si spendono 59 euro. Sul sito del Corriere della Sera trovate il video della prova del servizio.

Il car sharing è la mobilità del futuro. Io personalmente ci credo molto e le previsioni di Frost &Sullivan, riportate da AutomotiveNews Europe sembrano confortarmi: nel 2020 saranno 26 milioni i clienti dei diversi servizi di car sharing nel mondo (oggi sono circa 2,3 milioni) dei quali 15 mln in Europa. In pratica 10 volte i numeri attuali. Il car2go di Smart ha raggiunto i 500 mila clienti, Bmw (con il suo DriveNow) punta ad averne 1 milione entro il 2020. Il servizio è utile in particolare per creare un primo rapporto con l’auto elettrica (Smart a batteria sono in servizio in alcune città dove è attivo il car2go, ma non a Milano, e parte della produzione della nuova i3 sarà destinata al DriveNow).

Mi rimane un dubbio … Ho lavorato allo sviluppo del car sharing di Roma e ricordo ai tempi l’impossibilità di rendere il servizio profittevole: ci riuscirà Smart a Milano?

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