Non si inizia mai con un numero. 19 miliardi di dollari però sono tanti soldi. E’ il prezzo pagato (non tutto in contanti) da Facebook per l’acquisto di WhatsApp. E’ la digital economy bellezza. Anche perché le grandi cifre dalle parti della Silicon Valley sembrano ormai normali: nel 2011 Google aveva speso 12,5 miliardi di dollari per acquistare Motorola (poi rivenduto parzialmente tenendosi i brevetti qualche giorno fa a Lenovo per poco meno di 3 miliardi). Sempre nel 2011 Microsoft ha rilevato Skype per 8,5 miliardi. La stessa Microsoft il settembre scorso per oltre 7 miliardi acquistava Nokia.
Numeri per qualcuno da bolla finanziaria, di certo lontani dal mondo dell’auto. Numeri che sottolineano (se ci fosse ancora bisogno) quanto il mondo si stia spostando da un’altra parte: l’industria automobilistica è ormai un business maturo con margini ridotti, profitti per pochi e rischi per molti.
Non è un caso che, qualche ora prima dell’accordo Facebook – WhatsApp, i cinesi di Dongfeng abbiano acquisito il 14% del gruppo Psa, Peugeot – Citroen, per 800 milioni di euro. Tradotto: il 100% di Peugeot e Citroen varrebbe qualcosa come circa 7,7 miliardi di dollari. Meno della metà di WhatsApp. Altro esempio: Sergio Marchionne per rilevare il 41,5% di Chrysler nelle mani del sindacato Veba ha pagato 3,65 miliardi di dollari. Anche in questo caso: Chrysler, come Psa, vale meno della metà di WhatsApp. Volvo nel 2010 è stata venduta da Ford ai cinesi di Geely per 1,8 miliardi di dollari, 1/10 di WhatsApp. Renault e Nissan per il controllo della russa AvtoVaz hanno investito 750 milioni di dollari.
Oggi l’unico acquisto, almeno a vedere le quotazioni al Nasdaq di New York, che potrebbe avvicinarsi alle cifre spese da Facebook sarebbe quello (eventuale) di Tesla e delle sue auto elettriche: gli oltre 200 dollari per azione (stanotte ha chiuso a 209,97) indicano una capitalizzazione di borsa di circa 20 miliardi di dollari. Magari nelle “conversations” tra Elon Musk (“I’d be very concerned in any kind of acquisition scenario”) e i manager di Apple (vedi intervista a Bloomberg) di questi numeri si è già iniziato a parlare. Così come di una possibile iCar Apple – Tesla … Per vedere le stesse cifre nel mondo dell’auto “tradizionale” bisogna tornare al 1998 quando Daimler spese 36 miliardi di dollari per la stessa Chrysler. Altri tempi. Quando per parlare o vedere una persona si aveva bisogno di un’auto. Ora è sufficiente un click, magari gratuito come con WhatsApp.
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