La Citroen C4 Cactus, crossover concorrente di auto come Nissan Juke e Renault Captur in un segmento hot, sarà in vendita in Italia da luglio con prezzi appena comunicati tra i 14.950 e i 21.750 euro. Rimando i dettagli a ridosso della commercializzazione e della prova su strada, prevista nella prima decade di luglio.

Torno da Madrid dove sono stato invitato a visitare la fabbrica di Villaverde della Cactus, un sito nato nel 1952 da un imprenditore spagnolo e poi passato di mano da Chrysler a Talbot a Peugeot e poi Psa, Peugeot-Citroen. Poco più di 1.600 dipendenti, il 20 per cento donne. Il direttore Jose Carlos Robredo, una vita qui a Villaverde, ci dice che il sito ha una capacità produttiva di 200.000 auto all’anno e che Carlos Tavares, nuovo capo di Psa, non si è ancora visto, benché il boss abbia già visitato diverse fabbriche del gruppo quale priorità della sua agenda. La Cactus verrà prodotta solo qui per tutto il mondo, cioè per l’Europa. Se poi avrà successo, si vedrà dove e come esportare eventualmente anche una produzione.

Robredo ci dice quel che Frédéric Banzet, capo del marchio Citroen ancora per due settimane, non ci ha potuto o voluto finora dire. Cioè gli obiettivi di produzione e dunque di vendita della Cactus, auto molto originale che farà sicuramente discutere per una serie di soluzioni.

La produzione della macchina è iniziata il 28 aprile scorso, 70 auto al giorno da portare a 390 al giorno in luglio, da moltiplicare a regime – dunque nel 2015 – per 220 giorni lavorativi. Risultato: 85.800. Questo naturalmente a mercati non aperti – tutto dunque può cambiare – ma anche a piani di marketing già definiti.

Fino all’arrivo della Cactus, la fabbrica avrebbe dunque girato al 25 per cento delle sue capacità, in ampia perdita considerando che si prevede una redditività quando si gira almeno all’80 per cento delle potenzialità. Da qui sono uscite nel 2013  circa 50.000 Peugeot 207 Plus e 207 CC. La prima andrà fuori produzione in giugno, la coupé cabriolet verrà prodotta anche l’anno prossimo. Quest’anno la CC in circa 8-10.000, secondo Robredo.

Le 85.800 Cactus previste non sono tante, segno che la scommessa sui mercati europei si fa mettendo in conto qualche rischio sulla risposta dei consumatori. La Citroen non dichiara gli obiettivi per modello come non fa più quasi nessun costruttore, a cominciare dalla Volkswagen, leader in Europa. L’ultimo ad averli fatti per l’auto elettrica sbagliandoli clamorosamente è stato Carlos Ghosn, boss di Renault-Nissan. Un buon motivo o pretesto sfruttato da tutti per tacere per sempre.

Ma se poi basta una apprezzata visita in fabbrica e i numeri vengono fuori lo stesso, non sarebbe meglio che i costruttori cambiassero strategia di comunicazione aggiungendo trasparenza e assumendosi qualche rischio in più, non senza ringraziare il signor Robredo e i suoi omologhi del resto del mondo?

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