Nel weekend mi è capitato di navigare sul sito di Quattroruote e leggere che a Roma ha aperto il secondo DS Store in Italia, dopo l’inaugurazione a Milano del primo a giugno dello scorso anno. Leggo inoltre che prossimamente sarà la volta di altre città italiane e che, nel mondo, i punti vendita DS sarebbero diventati 230. Sempre con requisiti minimi piuttosto elevati, tra cui 250 metri quadrati in grado di ospitare un minimo di sei vetture, una sala d’attesa, una boutique, un arredamento stile DS, una reception dedicata al post-vendita e un parcheggio riservato.

Eppure, la mia percezione è che DS, il marchio con ambizioni ‘premium’ di PSA lanciato sei anni fa, non sia propriamente un successo, per non dire un flop.

Controllo i numeri per scrupolo e scopro che in Europa nel 2015 DS ha venduto 75.064 unità (il 12% in meno del 2014 rispetto ad un mercato in crescita del 9%), di cui in Francia 30.257 (-5% con un mercato a +7%) e in Italia 4.634 (+3% con un mercato a +16%).

Mi dico: “Mah…forse venderà bene in Cina”, ricordando che in passato PSA aveva grandi progetti in quell’area. Verifico e vedo che la joint venture cinese con Dongfeng nel 2015 ha consegnato in Cina circa 700mila veicoli, gli stessi del 2014, mentre l’altra jv con Changan, che produce la gamma DS, non ha pubblicato i dati di vendita e avrà a fine anno un nuovo General Manager (Thierry Poirat, proveniente dal Belgio) per il marchio DS in Cina.

Rintraccio anche un’intervista dello scorso settembre alla Reuters del CEO del marchio DS, Yves Bonnefont, dove diceva che stavano aiutando la rete DS a rifinanziarsi con le banche cinesi, e che avrebbero aperto meno concessionarie di quelle previste.

Insomma, non mi sembra che la situazione giustifichi ulteriori spese nel retail, sarebbe meglio investire prima nel prodotto; tanto più che in Europa lo scorso anno DS è stata al centro di una discussione riguardante le ‘self-registrations’, o km 0, come sono chiamate in Italia, una pratica che penalizza pesantemente la profittabilità.

Da un’analisi fatta da Dataforce era emerso che le le unità auto-immatricolate da DS erano largamente superiori alla media del mercato: il 24% delle vendite in Francia, il 29% in Italia, addirittura il 50% in Germania. A tal proposito, Bonnefont aveva candidamente dichiarato: “There is no better way to understand and appreciate DS’s premiumness than driving one of our cars. This is the reason why we increased the fleet for test drives“.

Bonne chance, Bonnefont.

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