Mercato mondiale delle auto ancora in crescita nel 2015 (87,5 milioni di mezzi venduti) e proiezioni di ulteriore espansione negli anni a venire. Il paese trainante, indovinate un po’, è la Cina, che con 21 milioni di pezzi venduti e un incremento del 7,3%, nel 2015 è risultato il primo mercato del pianeta. Una crescita che, seppur non più tarata su percentuali in doppia cifra, continuerà anche negli anni a venire, perché se è certo che le metropoli sono ormai congestionate da traffico e smog, è ugualmente vero che il mercato delle città medio piccole e delle campagne è ancora quasi inesplorato e, soprattutto in prospettiva, garantisce la possibilità di sbocchi alla produzione che nessun altro paese al mondo può sostenere.

E’ sufficiente un dato per considerare più che attendibile questa considerazione: oggi, in Cina, possiede una macchina un abitante su dieci. Nei paesi occidentali le percentuali sono nettamente superiori: negli Usa, l’esempio più eclatante, il rapporto è di 8 a 10. Cina primo mercato mondiale dell’auto ancora per molti anni.

E’ ipotizzabile che la Cina possa diventare una superpotenza anche nel calcio? Leggendo un recentissimo documento rilasciato dalla Chinese Football Association sembra proprio di si. O, quanto meno, il governo e le istituzioni stanno lavorando seriamente per raggiungere l’obiettivo, spinti dalla passione che il presidente della Repubblica Popolare Xi Jinping nutre verso lo sport più popolare del mondo, tanto da aver dichiarato la speranza per la sua nazionale di vincere il titolo mondiale nel giro di quindici anni. Ad oggi un pensiero che sembra più un sogno che una circostanza concretamente realizzabile: mentre in molte discipline la Cina è al top delle classifiche (basti vedere i medaglieri delle ultime edizioni delle Olimpiadi per farsi velocemente un’idea) nel calcio i risultati sono impietosi e raccontano di una sola qualificazione alla fase finale della Coppa del Mondo, nell’ormai lontana edizione del 2002 in Giappone e Corea.

Il documento rilasciato nei giorni scorsi, però, dettaglia con numeri precisi un piano di sviluppo pluriennale con obiettivi di breve, medio e lungo termine che prevedono, già entro il 2020, la realizzazione di 20.000 centri di addestramento e 70.000 campi distribuiti in tutto il paese. Per il 2030 il piano preannuncia la presenza di un campo di calcio ogni 10.000 abitanti: per quel tempo, i dirigenti cinesi auspicano che la nazionale rossa possa essere la più forte del continente asiatico mentre, nei successivi vent’anni, nella piena metà del ventunesimo secolo, la Cina dovrebbe essere una rappresentativa stabilmente competitiva ai massimi livelli dei tornei internazionali, “a first class football superpower”. Un bel salto avanti rispetto all’81° posto che occupa attualmente nel ranking della Fifa.

Uno sviluppo notevole per il quale le premesse positive non mancano: un piano strutturato e di lungo termine e la grande disponibilità di risorse economiche e capitale umano. Oltre all’entusiasmo di una popolazione che vuole primeggiare in un contesto dove, fino ad oggi, non ha brillato. Cina, auto e football: tre elementi legati da un solo comune denominatore: lo sviluppo. Possibile e, auspicabilmente, sostenibile.

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