Ghosn è tornato. Nissan, il secondo produttore di auto giapponese, ha annunciato che comprerà il 34% di Mitsubishi Motors, diventando così il loro maggiore singolo azionista. Cosa ha portato a questo avvenimento? Il 20 aprile scorso è scoppiato in Giappone lo scandalo dei test truccati sull’efficienza di alcuni modelli della gamma Mitsubishi: è stato stimato che ciò potrebbe costare alla casa dei tre diamanti circa 1 miliardo di dollari per compensare i proprietari dei veicoli coinvolti.
Ma ecco che Ghosn coglie immediatamente l’opportunità e pensa bene di acquistarne una parte. I ruoli sono chiari fin dalla conferenza stampa in cui è stata illustrata l’operazione: Ghosn l’imperatore, che parla in inglese perfetto e Masuko il suddito, che parla solo in giapponese.
Ghosn è molto amato dai media giapponesi e rispettato nel panorama nipponico, spesso diffidente verso gli stranieri. In diversi ristoranti giapponesi troverete un bento box (il classico vassoio con diverse pietanze) col suo nome ed è anche il soggetto di diversi libri, oltre ad un fumetto manga, che lo presenta come “salvatore” della Nissan.
Decisamente il personaggio adatto a “ripulire” la reputazione di Mitsubishi, ed è proprio quello che inizia a fare già nella conferenza stampa, tessendo le lodi di Masuko-san e di quanta fiducia riponga in lui.
I dettagli dell’operazione non sono ancora definiti, ma Ghosn ha già anticipato i possibili benefici di questa collaborazione, come la condivisione di tecnologie e piattaforme, o le possibili sinergie in certi mercati, come l’America o la Cina, dove Nissan è più forte di Mitsubishi, o il sud est asiatico, dove avviene l’opposto.
Ghosn dice più volte che crede nel potenziale di Mitsubishi e che, col loro aiuto, possono cresce più velocemente: del resto la collaborazione era già iniziata nel 2011, e si pensava già ad una partnership più estesa. Forse un piano di massima era già pronto da tempo e si aspettava solo il momento giusto per tirarlo fuori dal cassetto. Quale occasione migliore dell’acquistare una partecipazione dopo che le azioni di Mitsubishi sono scese del 42%?
Ghosn ha ribadito più volte anche che Nissan ha una grande esperienza in tema di collaborazioni, che lui interverrà nella scelta delle persone e nella governance e anche il chairman sarà nominato da Nissan; sarà una situazione win-win. Di sicuro, Ghosn torna così ad essere un salvatore, il supereroe manga che rientra in azione.
Certo è che, fino ad ora, i più grandi scandali dell’auto dei nostri tempi sono emersi in due Paesi come la Germania e il Giappone, dove ci sono culture con una enorme disciplina per le quali è più difficile immaginare la volontà di studiare un sistema per eludere in modo scientifico i test sulle emissioni. Forse la saggezza popolare ha ragione: tutto il mondo è paese.
Non è un caso che entrambi gli scandali tocchino due giganti in crisi: VW ai tempi era a rischio bancarotta e Mitsubishi è in crisi da anni. Quando sei sull’orlo del baratro – pare la morale – non c’è disciplina che possa tenerti lontano dalla tentazione di truccare le carte.
In ogni caso la cura Ghosn potrà solo fare bene a Mitsubishi, un marchio che ormai da tempo ha perso lo smalto dei bei tempi, quando si presentava come la Mercedes giapponese.