Chiamiamola tentazione, o suggestione. L’Europa per Ford resta un forte mal di pancia: business troppo spesso in perdita, salvo quel profitto di 1,2 miliardi di dollari del 2016 che però arrivò dopo un cambio di procedure contabili. Tutto corretto, sia chiaro, ma eccezione che conferma la regola. Ora all’orizzonte ci sono una intesa con Volkswagen e un divorzio da Brexit. Ma da che parte della bilancia peseranno?

Ford Europa non è una voragine come è stata Opel per Gm, che infatti si è liberata delle sue attività europee due anni fa. Ma è un altro indizio che, nel terzo millennio, Ford Europa sia oggi al terzo piano di pesante ristrutturazione – 2012, 2016, 2019. Date una occhiata a questa tabella di Bloomberg.

Certamente guai che vengono da lontano se nel 1985 a Dearborn si pensò di fondere le attività europee con Fiat finché, in una riunione in un hotel a Long Island secondo la versione di Cesare Romiti, Ford si rimangiò l’intesa raggiunta chiedendo il 51% per sé e non se ne fece nulla.

Il nuovo piano di tagli di Ford Europa lo trovate qui, sebbene ancora scarno di informazioni. L‘alleanza fra Ford e Volkswagen è invece tutta da scrivere, non nelle clausole degli avvocati ma nell’esito.

Nessuna fusione o scambio azionario, dopo l’ultimo corpo a corpo Renault-Nissan chissà chi ci proverà più. Sulla carta, l’accordo industriale sembra tuttavia un topolino: sviluppo di commerciali e pick up entro il 2022, mentre può essere una bomba se si guarda alla potenziale condivisione degli oneri di sviluppo per elettrificazione, guida autonoma e nuova mobilità.

Di certo, è l’intesa è fra due colossi deboli uno a casa dell’altro.

Volkswagen in America perde colpi da anni, il dieselgate del 2015 ha procurato un danno d’immagine persistente su quel mercato, alla Casa Bianca c’è Donald Trump che considera (tutti) gli affari tedeschi “bad, very bad”. In Europa, Ford va a mille soltanto con i commerciali (e per la prima volta condivide la gallina dalle uova d’oro di nome Transit, altro segnale),  il resto è da rivedere come sta per fare.

Bell’alleanza, nel complesso, e spettro per i rivali. Aggiungo che Trump non ama nemmeno Ford, a cominciare dalla famiglia (l’ultimo sgarbo di Bill Ford è non essere andato in Arabia Saudita per la cosiddetta “Davos nel deserto” per protesta contro l’omicidio del giornalista Kashoggi). Certo, l’idea è che Trump passerà, due storie industriali centenarie no.

Detta così, la nuova alleanza sembra fatta per convincere il costruttore americano a non comportarsi come Gm.

Ma a Ford Europa, Volkswagen potrebbe offrire fabbriche e altre agevolazioni, mica male se da Dearborn partisse un giorno il messaggio di mollare gli ormeggi. Di sicuro, a Volkswagen farà comodo poter contare in America sulla forza di Ford. Nessuno scandalo: nel 2008, alla vigilia della grande crisi di Detroit, il ceo di Ford Alan Mulally era così spaventato dell’onda d’urto di un possibile fallimento di Gm e Chrysler che convinse Honda, Toyota e poi Nissan a far collaborare segretamente le rispettive reti di fornitori chiedendo un sostegno al Dipartimento al Tesoro di Washington.

Al di là della Volkswagen, l’altro punto interrogativo di questa tentazione o suggestione è che il cuore di Ford Europa batte storicamente in Gran Bretagna. Un buon motivo per cui la Brexit potrebbe qui avere l’effetto di un infarto per il costruttore americano.

Sorvolando sui rumors, Ford intanto abbandona sul serio il prossimo salone di Ginevra. Mai successo: all’hotel Wilson, storico quartier generale di Ford Europe, sono disperati. E’ vero che in aprile il costruttore farà un evento specifico sui nuovi piani di elettrificazione in un’altra capitale europea e che ormai (dicono) i Saloni logorano chi ci va. Ma avere mal di pancia pure a Ginevra è un cattivo segno. E la colpa non può essere di una colesterolica fondue.

@fpatfpat

Commenti
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    Scelta perfettamente logica e meglio gestita in fatto di tempistica di GM: spolpata fino all’osso Ford Europe, le cui piattaforme hanno garantito il rinnovo della gamma USA nell’ultimo decennio, meglio tagliare la corda piuttosto che stare sul mercato.
    Unico dubbio: che dà loro in cambio VW? Perché alla fine la percentuale di Ford in Europa non è quella delle agonizzanti Saab e Opel.

    […] A leggere il documento diffuso da Volkswagen e Ford per annunciare una collaborazione in varie aree di business e di sviluppo, il termine “Alleanza Globale” nella headline appare effettivamente ridondante, come ha sottolineato qui su Carblogger Francesco Paternó, che lancia però l’ipotesi, assai suggestiva, che sia in realtà il primo passo per Ford per lasciare l’Europa. […]

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