Delle ragioni per cui in Stellantis i manager italiani di prima linea si contano sulle dita delle mani abbiamo già scritto. Ma sarebbe sbagliato non riservare attenzione alla parte mezzo piena del bicchiere. La lettura dei dati di vendita di gennaio, infatti, deve aver fatto saltare agli occhi del patron Carlos Tavares il nome del giovane capo di Stellantis dell’America Latina: Antonio Filosa, giustamente confermato nel suo ruolo.

Napoletano, ingegnere, meno di 50 anni, grande esperto di manufacturing, ex direttore dell’enorme stabilimento di Betim quando riuscì a sfornare 800.000 vetture in un anno, conosciuto in Fiat per il suo stile di lavoro molto alla mano, Filosa a gennaio ha messo a segno un exploit fuori dal comune. Leggere per credere.

In Brasile – mentre Ford annunciava l’addio al paese chiudendo tre fabbriche – Stellantis si è assicurata oltre il 28% del mercato: 19% Fiat; 7,5% Jeep; 1,8% fra Peugeot e Citroen. Nello stesso mese in Italia il marchio Fiat si è fermato al 15,07% e in nessun altro paese al mondo Jeep ha registrato una quota di mercato così alta. Sempre a gennaio la Fiat Cronos è risultata l’auto più venduta in Argentina con un distacco del 40% sulla seconda, la Toyota Hilux.  E anche qui Stellantis è risultato il primo gruppo col 28,4%: 15% Fiat; 7,7% Peugeot; 3,3% Citroen e 2,4% Jeep.

Di tutto si tratta tranne che di una performance una tantum. Filosa è il numero uno Fca in America Latina dalla primavera del 2018. Nel 2019, anno pre-Covid, ha riportato in attivo Fca Latam con un margine (ebit adjusted) di 476 milioni di euro raggiunto su vendite di poco superiori alle 550.000 unità. Il che significa un guadagno lordo di poco inferiore ai 1.000 euro a pezzo. Caso unico fra i costruttori presenti in America Latina tanto che nello stesso anno Psa ha registrato perdite per 72 milioni su circa 100.000  immatricolazioni. Poi durante tutto il 2020, nonostante la pandemia e il forte calo del mercato carioca, la ex Fca ha costantemente scalato posizioni sia in Brasile che in Argentina.

Ha qualche segreto da mago l’ingegnere napoletano? La sua gestione è avvantaggiata dai bassi costi di produzione del nuovo stabilimento di Pernambuco inaugurato pochi anni fa da Sergio Marchionne e pagato all’85% dal Tesoro brasiliano. Poi  l’istituzione di un centro di ricerca e sviluppo locale ha favorito la produzione di modelli plasmati sulle esigenze e sui gusti carioca e determinando una sorta di adozione di Fiat da parte dei brasiliani.

Su questi mattoni Filosa ha innestato una fortunata operazione di marketing dirottando sulle auto la simpatia verso “l?italian way of life” molto diffusa in Brasile. Un fortunato spot che presenta la Fiat come “mezzo brasiliano e mezzo italiana” sta riposizionando nella fascia medio alta il marchio tricolore che però, anche se non li mostra nei concessionari, continua a sfornare modelli spartani e low cost come la Uno Mille per non cedere nulla alla concorrenza.

Il cerchio è destinato a chiudersi se quest’anno Filosa saprà sfruttare al meglio le opportunità offerte dal parto di Stellantis. A San Paolo non si perde tempo e capi e impiegati della direzione ex-Psa si stanno già trasferendo negli uffici ex-Fca per risparmiare sugli affitti che è uno dei mantra di Tavares.

Nello stabilimento ex-Peugeot di Porto Real sta per arrivare un nuovo modello a marchio Peugeot mentre dalle due fabbriche brasiliane ex-Fca, Betim e Pernambuco, dovrebbero uscire fra poco la Compass a sette posti per la Jeep e un Suv a marchio Fiat, il primo al mondo. Più in là arriverà il restyling del pick up compatto Fiat Toro sull’onda del successo della nuova Fiat Strada che, col brillante 77% di quota di mercato del suo segmento, è stata la classica ciliegina sulla torta di uno straordinario gennaio. Un mese durante il quale forse nella galassia di Stellantis è nata un’altra stella, a San Paolo, l’unica del gruppo per ora dell’emisfero sud.

@diodatopirone

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