Che il Brasile sia il mercato che mette più di buon umore Carlos Tavares non è un segreto. Ma per Stellantis il profilo delle immatricolazioni carioca del primo semestre 2021 è andato al di là di ogni più rosea previsione. A giugno il gruppo franco-italo-americano ha registrato il 37% di quota di mercato con Fiat marchio numero uno per le vetture (19,9%); per i veicoli commerciali (49,3%) e nel mercato complessivo (26,2%).

Una sorta di occupazione militare del podio peraltro confermata da una prestazione senza precedenti di Jeep che, sempre a giugno con ben 13.600 immatricolazioni, ha segnato una quota di mercato del 10,2%, ovvero più del doppio di quella raggiunta negli Usa.

La fotografia è appena meno brillante se si passa ai dati semestrali che vedono Stellantis svettare col 31,6% delle immatricolazioni complessive  (Fiat 22,2; Jeep 7,3; Peugeot 1,2 e Citroen 0,9) quasi il doppio delle seconda che è Volkswagen con il 16,4%.

Senza nulla togliere al gran lavoro di Antonio Filosa, ceo di Stellantis America Latina, numeri così sfavillanti dipendono anche da fattori contingenti. Da una parte il mercato brasiliano sta risalendo rapidamente e, nonostante la pandemia sia  tutt’altro che spenta a queste latitudini, nel primo semestre 2021 è tornato a superare la quota di un milione di immatricolazioni, il 26% in più sullo stesso periodo del 2020.

Dall’altra parte l’esplosione di Stellantis è stata favorita dalle difficoltà incontrate dai concorrenti, in particolare da Gm, sulle forniture di microchip. Gm ha dovuto sospendere la produzione nella fabbrica di Gravatai del suo modello più popolare, la Onix, vettura di segmento B da alcuni anni prima come vendite in Brasile. Anche Stellantis e Volkswagen hanno sofferto per la carenza dei preziosi microprocessori ma non in modo così grave.

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