Nella classifica annuale degli uomini e donne più ricchi del mondo appena pubblicata da Hurun, la rivista di Shanghai che si occupa esclusivamente di lusso e dintorni, quelli dell’auto non sfigurano più di tanto. Pochi, ma in alto. Se al primo posto si conferma Bernard Arnault, boss di Louis Vuitton con 51 miliardi di dollari di fortuna personale, troviamo Wolfgang Porsche, presidente del marchio omonimo, al quarto posto con 22 miliardi. Avverte Hurun che il figlio più giovane di Ferry Porsche qualcosa dovrà dividere con la sua famiglia, ma non credo si possa lamentare. In tempi di crisi, la notizia si può leggere anche così: l’auto rende ricco chi ce l’ha, o un po’ più povero chi la compra.
Se al quinto posto c’è Leonardo Del Vecchio, occhiali tra cui i Ray Ban (e 16 miliardi), rispettivamente al settimo, ottavo e nono posto ci sono i proprietari del gruppo Bmw. “Chi sono questi Quandts?”, ha scritto polemicamente una volta l’Economist (qui ho raccontato la storia): Susanne Klatten (13 miliardi), il fratello Stefan Quandt (12,5 miliardi) e la mamma Johanna Quandt con 10,5 milardi, vedova di Herbert. Tutto in famiglia, come gli Agnelli, ma molto più ricchi.
Infine (ma neanche tanto giù) tra i primi 30 della lista di Hurun, al quindicesimo posto c’è il Grande Vecchio dell’auto europea, Ferdinand Piech, che con 5,8 miliardi in tasca siede al vertice supremo del gruppo Volkswagen, Porsche inclusa. Storia intrecciata a quella di Wolfgang, due famiglie austriache e un potere assoluto come nessuno al mondo, almeno nell’auto. E i cinesi li guardano.
[…] rende ricco chi la produce? E’ vero per la famiglia Quandt proprietaria del gruppo Bmw, non per tutti. In America non è la famiglia Ford la più ricca del […]