La Fiat 500L è stata l’auto diesel più venduta in Italia nel mese di marzo (3.883 unità, dati Anfia). Davanti alla Nissan Qashqai (3.662) e alla Volkswagen Golf (3.322). Nei primi tre mesi, la monovolume italiana costruita in Serbia è seconda solo alla Golf sempre per le motorizzazioni diesel. Anche se il 1.3 Multijet da 85 CV, con cui è stata venduta nei primi due mesi e parte nel terzo – prima di essere soppiantata da un 1.6 con 105 CV – era l‘unico punto debole del modello. Una notizia nel depresso mercato italiano e nel volutamente depresso piano prodotti del gruppo Fiat, che negli anni scorsi ha sacrificato gli investimenti sui nuovi modelli a favore della scalata alla Chrysler. Lettura non ufficiale: il ceo Sergio Marchionne insiste nel dire che avrebbe soltanto buttato soldi in prodotti che non si vendono per l’attuale forte crisi dei mercati.

Eppure, la Fiat 500L con questi primi numeri dimostra un po’ il contrario: il modello nuovo paga. Succede anche che, con la  500L, la Fiat ha fatto la Fiat. Ha cioè messo in campo le sue migliori capacità in fatto di architetture d’interni per auto medio-piccole, di gusto e di qualità percepita che hanno convinto il consumatore della bontà del progetto. Lo stile a me non fa saltare sulla sedia, ma qui è davvero questione di gusto personale: la 500L sembra comunque piacere di più alle donne, con il bicolore optional che sicuramente le dona.

Provata in tutte le salse e con tutti i motori, la 500L ha una abitabilità interna eccellente in relazione all’ingombro esterno di 4 metri e 15 centimetri.  Il diesel da 85 CV, come dicevo prima, era però sottodimensionato rispetto al corpo vettura e a un uso presumibilmente e sovente a pieno carico. Il 105 CV è un Multijet di seconda generazione che le dà quella brillantezza necessaria quando serve, con consumi dichiarati equivalenti al motore più piccolo, 4,5 litri per 100 chilometri. A giugno la 500L andrà anche in America, e lì va seguita con attenzione. La campagna pubblicitaria è pronta.

Lascia un commento