Siete già in lista di attesa per l’acquisto dei Google Glass? Bene, ora potete aggiungere al conto i 75.00 euro di una Tesla Model S, e provare l’emozione di operare buona parte dell’auto con un battito di ciglia. Lo promette la app glasstesla, disegnata da Sahas Katta per legare tra loro due prodotti di alto contenuto tecnologico e grande richiamo commerciale.
Katta ha disegnato comandi elettronici che dallo schermo degli occhiali Google permetteranno di controllare a distanza il livello di carica delle batterie della berlina elettrica, accendere e spegnere la presa di corrente. Sempre da lontano, i Google Glass possono aprire e chiudere le portiere e il tettuccio; azionare clacson e abbaglianti; controllare e variare la temperatura dell’abitacolo.
C’è di più: in una vettura dominata dall’elettronica, gli occhiali Google potranno azionare una enorme varietà di funzioni, dallo sterzo al controllo della velocità; dal monitoraggio della pressione delle gomme al comando dell’ESC. Katta al momento dice solo che le operazioni sono possibili, ma mancano le disposizioni di legge che le renderanno legali, quindi al momento non le ha incluse nel programma. E’ chiaro comunque che la app è una prima porta aperta in direzione della guida senza mani, se non ancora senza pilota.
Meno vistoso, ma forse ancora più rilevante per il futuro dell’automobile, è il tentativo che Tesla sta facendo di superare uno dei tabù mai violati dell’industria dell’auto, quello che lega la vendita in modo esclusivo alla catena dei concessionari. Elon Musk, come altri visionari prima di lui, ha l’ambizione di vendere direttamente le auto che costruisce ai suoi clienti. I numeri sono ancora piccoli, e l’ordine inviato in fabbrica sarebbe il modo ideale per velocizzare e razionalizzare le vendite.
Contro la società di Palo Alto si è immediatamente mobilizzata la potente lobby dei venditori, che da più di un secolo sono riusciti a congelare il sistema di distribuzione, e che da altrettanti anni lotta contro ogni ipotesi di cambiamento. Siamo ora alla raccolta di firme: 100.000 entro il 5 di luglio, per poter presentare una petizione alla Casa Bianca e ottenere una risposta, anche se l’iniziativa potrà poco contro le 48 leggi statali che vietano espressamente la vendita diretta negli Usa.