Tema: il piacere di guida. Un concetto che già è difficile definire con precisione – c’è chi lo lega alla quantità di adrenalina che un’auto mette in circolo, chi alla capacità della stessa di far arrivare a destinazione freschi e riposati. E tra questi due estremi, le sfumature sono moltissime.

Massimo Gargano, presidente e amministratore delegato di Toyota Motor Italia, in occasione del lancio internazionale della nuova Auris Touring Sports (tradotto: station wagon), lo ha definito con la parola inglese engagement, dando al piacere di guida una connotazione inedita. Secondo lui e, più in generale, nelle intenzioni della Toyota, questo effimero concetto sta nel feeling uomo-macchina, nell’intesa tra la sensibilità del guidatore e la meccanica, finalizzata alla minimizzazione dei consumi. In sostanza, secondo i giapponesi, si dovrebbe trovare appagamento emozionale nel veder scendere il valore di consumo medio e nel far fiorire nel computer di bordo le pianticelle virtuali a simbolo della sostenibilità del proprio stile di guida.

Una filosofia che mi convince tanto quanto la birra analcolica e il vino in scatola: poco o nulla. A maggior ragione dopo aver guidato l’Auris TS Hybrid Synergy Drive. Certo, percorrere i primi metri (che possono arrivare a 2 km, a patto di avere il piede leggerissimo e di essere da soli sulla strada) nel silenzio totale regala una sottile e innegabile soddisfazione, come quella che si prova nel veder scendere il dato di consumo medio non appena la vettura si avvia in modalità elettrica, proprio quando le altre auto, spinte dal solo e “volgarissimo” motore a combustione, vedono precipitare la percorrenza media. Il cambio E-CVT poi non aiuta anche se proprio durante la presentazione della Auris TS Hybrid Synergy Drive i giapponesi hanno anticipato che ci sarebbe un cambio “vero” da abbinare al sistema ibrido già in fase di collaudo. Vedremo.

Dunque ibrida uguale auto “noiosa”? Assolutamente no. Bmw e Porsche sono lì a dimostrarlo. Della prima ho provato la ActiveHybrid 3: sotto il cofano c’è un 6 cilindri in linea con tecnologia TwinPowerTurbo e iniezione diretta capace di 306 CV, aiutato da uno elettrico da 55 CV e 210 Nm. Risultato: volendo ci si può avviare esclusivamente in elettrico, come le ibride DOC, ma quando ci si vuole divertire il divertimento è quello con la D maiuscola, almeno per come lo intendo io. Porsche risponde con Panamera (ora in versione ibrida plug-in ricaricabile) e Cayenne S Hybrid, ma soprattutto con la 918, che invece, purtroppo, non ho guidato. Un mostro capace di 880 CV, di toccare i 325 km/h e di proiettarsi da 0 a 100 km/h in soli 3 secondi. Il tutto, percorrendo i primi 30 km a emissioni zero grazie alle batterie che si caricano tramite la rete elettrica di casa ed emettendo soltanto 70 g/km di CO2. Ecco, se sono Porsche e BMW a parlarmi di “nuovo” piacere di guida, di tecnologia verde al servizio delle emozioni, non posso che dar loro ragione. Perché ibrida o meno, la passione vince sempre (o quasi) sulla razionalità.

Commenti
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    Non sono d’accordo; guido un diesel da 130 cavalli e la mia principale soddisfazione è vedere che riesco a stare sui 6lt/100 km. Quando derogo alle mie regole di guida, il consumo sale in modo vertiginoso, e con quello che significa in termini costo l’emozione passa subito. Inoltre guidare sulle nostre strade, con traffico, limiti e maleducazione, impone comportamenti virtuosi. Quindi di che stiamo parlando, di pista? ma la Auris non è un’auto da pista!! Credo che isa il momento di riformulare i parametri di valutazione del “mezzo” automobile, il resto è roba vecchia. Buona giornata

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    Grazie Vittorio,
    hai ragione, limitare i consumi è una soddisfazione e, sempre più spesso, una necessità. Dal mio punto di vista, però, siamo nel campo della razionalità (sacrosanta, sia chiaro) e non delle emozioni. Per questo motivo, il tentativo di far passare per piacere di guida le sensazioni di guida fornite dall’Auris ibrida mi convince poco.
    Quanto al “riformulare i parametri di valutazione”, è vero, certi estremi sono “roba vecchia”. Che piaccia o meno, però, l’auto continua a essere – non sempre, ma spesso – un acquisto che si fa con il cuore più che con la testa. Non a caso, infatti, una delle principali motivazioni d’acquisto è il design. Al di là del motore a benzina, a gasolio, ibrido, a gas… (adriano tosi)

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    Sono 8 anni che guido ibrido e cono alla vigilia di compiere 250.000 km – il piacere di guida c’è – e lo si sente quando si fanno viaggi lunghi. Complice il cambio automatico, il silenzio in auto (la radio non serve più per mascherare il rumore) oltre al piacere di avere una media di 4,5 l/100 km. E anche se strapazzo l’auto, attraversando la Germania a tutto gas, non vado oltre i 7l/100 km.

    Sono uno che tengo l’auto fino alla morte, e mi sa che quest’auto ha ancora molta strada davanti a se, ma sono sicuro che quando sarà ora, lamia prossima auto sarà sicuramente un’altra ibrida.

    Anche la mia fidanzata, quando ha dovuto cambiare la sia vecchia Honda Civic VTI (si, il 1.6 da 160CV) ha scelto di prendersi una ibrida, senza pensarci 2 volte.

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    È solo una mia impressione o il paragone è alquanto azzardato?
    Stiamo parlando di macchine diverse come target e come costi.
    Anche come sensibilità media di chi le sceglie.
    La realtà è che, in quella fascia di mercato, solo la auris può darti emozioni che altre auto non possono darti.

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    Ho provato TUTTE le segmento C 1.5/1.6 TD) , prima di acquistare la Auris Hybrid.
    Premesso che nessuna (neanche la Classe A o la V40) regalano emozioni SPORTIVE alla guida (e come potrebbe essere con tali motorizzazioni…?) , e considerate le condizioni economiche , di traffico e i limiti di velocità presenti in tutta europa, credo che il vero PIACERE di guida sia il plus della Auris Hybrid.
    Cambio automatico (di serie!), silenzio, affidabilità a lungo termine e una garanzia sull’EV che puo’ arrivare a 10 anni i rendono felice…assieme ai dati di consumo reale!

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