Mary Barra e Carlos Tavares, due ingegneri che conoscono il prodotto come pochi, saranno nel 2014 a capo rispettivamente di Gm e di Psa. Ceo, pdg, insomma numeri uno che non vengono dalla finanza come è stata la tendenza del nuovo millennio, ma da bielle e pistoni. Profili che non hanno nulla a che vedere con i rispettivi predecessori Dan Akerson e Philippe Varin, né con Sergio Marchionne, Carlos Ghosn o Alan Mulally. I tedeschi di Volkswagen, Bmw e un po’ meno di Mercedes sono un mondo a parte, o l’eccezione che finora ha confermato la regola. E’ un cambio di stagione?
Fino a un certo punto. Barra, oltre a essere la prima donna in oltre cent’anni di storia dell’automobile a salire tutta la scala verso il cielo e dunque quanto di meglio potesse avvenire in un mondo desolatamente maschile a questo livello, avrà al suo fianco nella veste di president operativo Dan Amman. 41 anni, ex Morgan Stanley e uomo di Wall Street, capo della finanza dal 2011, che con Akerson ha traghettato la Gm di nuovo in borsa e fuori dal controllo pubblico.
Amman rappresenterà la continuità e la tradizione, perché in Gm come in Ford e in Chrysler, ai vertici – e Barra conferma a sua volta la regola – ci sono stati sempre uomini di finanza e non di prodotto. Al punto che Bob Lutz, l’osannato car guy di Detroit, non è mai diventato numero uno. Non è un caso che alla Ford, dopo Mulally, ci sarà Mark Fields, finanza e basta. Mentre dopo Marchionne (nessuna data di exit sul calendario), per FiatChrsyler senza trattino o come si chiamerà ora si intravedono Alfredo Altavilla o Mike Manley, altri due uomini di formazione finanziaria.
Però è piuttosto interessante che, nel rush finale, Barra abbia bruciato due tipi come Mark Reuss, capo delle operazioni nordamericane, cioè colui che porta i soldi e già in corsa per diventare numero uno nel 2010 al posto di Akerson, e Steve Girsky, capo delle operazioni europee, cioè colui che perde più soldi, pure con un profilo finanziario. Il primo rischia di fare la fine di Lutz, il secondo esce di scena restando solo super consulente. Ma a 51 anni immagino stia già pensando a cosa farà da grande.
Per Tavares, il destino appare simile anche se più incerto. La sua nomina a numero uno avverrà “entro il 2014”, come se toccasse prima a Varin chiudere la partita finanziaria con l’ingresso nel capitale Psa dei cinesi di Dongfeng Motor e forse anche del governo francese, stando ai rumors di borsa. L’unica certezza è che Tavares e Barra parlano la stessa lingua, un modo per capirsi meglio dopo l’intesa del marzo 2012 tra Psa e Gm che sui prodotti ancora galleggia nel quasi nulla.
[…] da city car della vecchia generazione e prezzo da suv premium. Tavares, uno dei pochi car guy in circolazione, ha capito che su questa strada non si può continuare. Attendere però 12 mesi (o […]