“Che diavolo state facendo?”, gli domanda Sergio Marchionne mentre fuma una sigaretta in una pausa della trattativa. “Quando muoio, voglio che sulla mia tomba sia scritto: ha fatto la differenza”, gli risponde Ron Bloom. La scena non avviene in Florida  nella notte della trattativa su Chrysler tra Veba e Fiat, ma quattro anni e mezzo fa sulle scale del Dipartimento al Tesoro a Washington.  Il risultato però è lo stesso: Bloom è l’uomo che ha fatto la differenza (e a 58 anni è vivo e sempre più ricco). Nel 2009 stava a fianco dell’amministrazione Obama nella trattativa con Marchionne per Chrysler, oggi era a fianco di Marchionne nella trattativa con Veba per Chrysler.  Sembra un destino, ma non lo è.

E ce ne è un altro,  ma anche questo non lo è,  che fa pensare. Se Marchionne si conferma in questa storia come un  gran negoziatore, Bloom è stato l’asso di cuori di una squadra Fiat fatta essenzialmente da americani.  Non è una colpa, tanto più che in nome di una malintesa italianità abbiamo dei disastri come l’Alitalia. Ma certo è un segno interessante per il futuro del nuovo soggetto che sta per nascere.

Sergio Marchionne con Ron Bloom
Sergio Marchionne con Ron Bloom

Bloom, per inciso, conosce nel profondo i sindacati e i problemi dei loro fondi di assistenza sanitaria tanto da farlo capire a Marchionne nel 2009. Poi è stato per 13 anni consulente del presidente della United Steel, un  esperto di centinaia di bancarotte, oggi è tornato a casa a fare il vice presidente della banca d’investimenti Lazard. 

La squadra Fiat, oltre a Bloom, ha potuto contare sui banchieri di Goldman Sachs e, nel caso la trattativa fosse andata male, erano pronti a entrare in campo quelli di JpMorgan Chase per condurre l’Ipo in borsa minacciata da Veba.  Il tutto per un accordo coi fiocchi, che prevede perfino a un certo punto che Chrysler paghi per acquisire…Chrysler. Chapeau.

L’Economist ha accennato infine a un retroscena che spiegherebbe meglio la vittoria indiscutibile di Marchionne. “Sources say the UAW may have decided to lower its price after sensing little support from financial markets for the proposed IPO, which it was forcing on Mr Marchionne”. Insomma, il sindacato ha ceduto sul prezzo quando ha capito che i mercati finanziari non gli avrebbero dato gran supporto per l’Ipo. Ma è anche così che si finisce sui libri di storia.

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