Ero a Berlino per la prova della nuova Volkswagen e-Golf elettrica. Presentando l’auto, i tedeschi hanno illustrato la loro strategia industriale: rendere l’auto elettrica accessibile ai più puntando sulle economie di scala generate da un best-seller come Golf, venduta in 40 anni di storia in 30 milioni di unità.
Non solo. La e-Golf è prodotta sulla piattaforma MQB, la stessa che sarà utilizzata da più di 40 modelli del gruppo tedesco: difficile, anche in questo caso, non generare volumi in grado di ridurre al minimo i costi. La MQB consente poi di produrre sulla stessa linea e nello stesso tempo, vetture tradizionali a benzina o gasolio, ibride plug-in o elettriche come la e-Golf. Una flessibilità che consentirà all’atto pratico di produrre la Golf elettrica in funzione della richiesta di mercato, riducendo gli investimenti necessari a una linea dedicata come avviene per alcune rivali e i rischi in caso di domanda al di sotto delle attese. I tedeschi non ne parlano in maniera esplicità ma il riferimento delle loro riflessioni è la Bmw i3.

A quel punto mi aspettavo che tutti i vantaggi elencati da Volkswagen portassero diritti a un prezzo competitivo. Non è così: la e-Golf elettrica costerà in Italia circa 37.000 euro. Più o meno, proprio quanto una Bmw i3.
I conti a questo punto non tornano. Ian Robertson, a capo di vendite e marketing di Bmw, l’anno scorso all’anteprima della i3, mi disse: “Inizieremo a guadagnare già dalla prima i3 venduta”. Ora: se in Bmw, pur avendo investito (dicono) risorse finanziarie superiori e contando su tecnologie molto costose come la fibra di carbonio, con la i3 riescono a fare profitti, perché Volkswagen, con i vantaggi elencati dai suoi manager, non ha un prezzo minore dell’’elettrica Bmw?
In Volkswagen vogliono tenere alta la marginalità sulla e-Golf senza scontarla ai clienti? Oppure, i conti presentati da Bmw sono lontani realtà?
Non vedo l’ora di vedere le prove di queste nuove elettriche Made in germany