La Nissan è diventata grande, in Europa, per aver saputo creare auto fuori dagli schemi, come la crossover Qashqai – quando ancora le Suv “leggere” non erano la norma – o la piccola Juke dal carattere forte. E ora che il marchio giapponese ha deciso di tornare (ne avevamo scritto qui) con la Pulsar nel cuore del segmento, con una berlina classica, lo fa nel modo più convenzionale possibile, con una media che è “media” in tutto. Dimensioni tipiche della categoria, passo piuttosto lungo ma non eccezionale, una linea senza infamia e senza lode, che ricorda quella della nuova Qashqai, ma “addomesticata” nelle proporzioni.

Peccato, perché almeno nel design la Pulsar poteva distinguersi dalla massa delle segmento C, con un aspetto originale che desse a qualcuno un buon motivo – visto che i prezzi sono analoghi – per preferirla a una Golf o a una Focus. E invece alla Nissan hanno sposato la linea della cautela, e così della Pulsar mi tocca citare, come elemento davvero distintivo del modello, solamente lo smisurato spazio per le ginocchia dei passeggeri posteriori. Degno di una limousine, eppure non completamente sfruttabile, visto che il divanetto non è scorrevole.

Se di un’auto come la Pulsar si vuole capire il senso profondo, però, non ci si può fermare alle parole, pur vere, del coordinatore del marketing europeo Leonardo Mattozzi, secondo cui alla Nissan serviva una berlina compatta “normale” perché “non a tutti piacciono le crossover”. Bisogna piuttosto ragionare in termini industriali.

La Pulsar è un’auto intelligente da questo punto di vista, perché costruita attingendo a un catalogo di parti esistenti: come mi ha spiegato il responsabile dell’ingegneria Luis Bravo, il pianale è in gran parte quello della Leaf, l’impianto elettrico, la dotazione di sicurezza e i sedili vengono dalla Qashqai, i motori sono le versioni più moderne dei noti e apprezzati 1.2 turbo a benzina e 1.5 dCi già sperimentati su molti modelli dell’alleanza Renault-Nissan. Questo pedigree ne fa un’auto piacevole da guidare, dotata di sistemi elettronici all’avanguardia, che in autostrada si fa apprezzare per silenziosità e stabilità, e in città per la maneggevolezza e la buona visibilità.

Però, l’esperienza dell’Almera lo insegna, avere un prodotto buono non significa automaticamente riuscire a venderlo. E la Nissan lo sa, come dimostrano le modeste ambizioni di vendita: in Italia, 2.000 unità nei primi sei mesi di vendita, 5.000 nei successivi dodici. La produzione complessiva, tutta destinata all’Europa, dovrebbe essere di circa 64.000 unità l’anno, vale a dire un settimo delle vendite della Golf e un terzo di quelle della Qashqai. E anche – a proposito di strategia industriale – esattamente il numero di veicoli necessari a saturare la linea del sotto sfruttato impianto di Barcellona.

Commenti
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    Beh, di auto tanto originali quanto invendibili ce ne sono già nel segmento fin troppe: vogliamo citare il caso del flop della Honda Civic? o della Lancia Delta? o ancora della Citroen C4? Come dimostra il successo di Skoda su mercati maturi come Germania e Inghilterra, oggi gli argomenti per vendere sono altri.
    La domanda quindi è a mio avviso un’altra. Che cos’ha la Pulsar di meglio rispetto a una Rapid? E perché, dannazione, Nissan continua a considerare la carrozzeria station wagon destinata agli appestati e ai carri funebri?

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    Gianluigi mentre leggevo l’articolo pensavo presso o che le stese cose che tu hai scritto nel commento. Rimango ancora basito come la casa giapponese che ha creato e venduto la Juke, una delle auto piu vendute in Europa poi finisca per mettere nel mercato sti avanzi de carrozzeria che assomigliano piu alle auto che ha disegnato mio figlio e che ho appeso sul frigo. Coloro che come me si sono affidati a questa casa magari si aspettano di meglio.

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    Gianluigi come dimenticare auto come l’Audi A2 che sembrava un bacarozzo, o la Renault Vel Satis di forme ancora non identificate, o la simpaticissima Mercedes Classe A che si cappotto’ al test dell’ alce davanti a tutti i giornalisti, diciamo che a confronto la Lancia Delta sembra un gioiello!

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    Concordo Marco. Con due precisazioni.
    1-Della Classe A Mercedes ne sono stati venduti più di un milione di esemplari. Simpatie a parte, fatico a definirla un flop.
    2-Con Delta e Civic mi riferivo al segmento della Pulsar.
    Se poi entriamo nel mondo dei disastri, ce n’è fino alla nausea. Giusto per parlare della casa di Stoccarda, poco o nulla si è detto della penultima berlina E-Klasse, il cui facelift è costato un miliardo di euro! O vogliamo citare il pozzo nero in cui è scomparso il defunto marchio Maybach?

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